Occorre avere una visione più ampia. La città di Corigliano Rossano deve valorizzare al massimo, capitalizzando gli effetti e i benefici della nuova realtà e non si tratta soltanto di gestire ed amministrare il proprio territorio: bene gli interventi infrastrutturali, la riqualificazione ambientale, gli investimenti produttivi, la realizzazione del palazzo di città ad Insiti, lo sviluppo del porto, la bonifica e rilancio dell’area del sito Enel, la realizzazione del lungomare tra i due ex comuni, la rivitalizzazione dei centri storici. Ma questo ed altro era già nelle prerogative delle rispettive amministrazioni dei due ex comuni. Certo si potrebbe dire che la fusione ha consentito, già solo per la nuova dimensione demografica, l’intercettazione di maggiori finanziamenti, ma tuttavia non può e non deve esaurirsi in un tale contesto, tutto interno alle mura della nuova realtà.
La volontà popolare che, superando anche nobili sentimenti d’identità e di appartenenza, ha consentito di realizzare in questa area la più importante novità istituzionale: quella manifestazione popolare come espressasi, sostanzialmente, si è basata sul principio naturale che l’unione fa forza contrattuale, vi era e vi è il desiderio e l’auspicio di una prospettiva di sviluppo socio-economico, di un riscatto e rilancio di quest’area, per conseguire una migliore qualità della vita.
Per questo che la città di Corigliano Rossano deve proporsi con un’azione definita e con idonee iniziative come promotrice dello sviluppo dell’intera area della Sibaritide, capo fila di una rete istituzionale che tenga insieme i comuni della costa jonica cosentina e le comunità interne e montane, le rispettive esigenze in un’unica programmazione progettuale, secondo una visione integrata di sviluppo, per uscire dallo storico isolamento e valorizzare le sue peculiarità.
Occorre, in sostanza, cogliere i benefici e le potenzialità della fusione, che lo stesso Legislatore, già con il D.L. 95/2012, ne aveva affermata la <priorità strategica> e poi con la successiva legge n.56 del 2014 ne ha disciplinato gli aspetti successori e le nuove norme applicabili ai comuni nati dalla fusione, dotando le nuove realtà di un assetto istituzionale omogeneo a livello nazionale, in grado di consentire un efficace funzionamento e anche l’affidamento di funzioni già provinciali, essendo necessario, sotto tale aspetto, un adattamento della normativa regionale e dello statuto, per l’esercizio di funzioni nuove.
Si tratta di guardare allo sviluppo concertato nell’ambito del territorio della Sibaritide, intesa come <area vasta > che va oltre il limite locale e ricerca una estensione organizzata di funzioni, di politiche di sviluppo economico, di pianificazione territoriale, di mobilità, che come fin qui dimostratisi, se perseguite dai singoli comuni, sono di difficile realizzazione. Un governo progettuale, programmatico ed urbanistico dell’area, che possa rappresentare la visione di sviluppo dell’ambito territoriale e che in qualche modo abbia – come sperimentato già in altre realtà – anche un quadro istituzionale di riferimento, ma che guardi anche oltre, avviando azioni ed iniziative concertate con l’area del Crotonese, con cui abbiamo comunanza di storia, posizione geografica ed interessenze; basti pensare sotto tale aspetto come nella stagnazione della situazione tra le rispettive aree e nell’assenza di reciproca compartecipazione di azioni ed iniziative sociali e politiche, la realtà ci abbia superati con l’istituzione del collegio senatoriale Corigliano Rossano – Crotone, e come questo ci imponga ad una nuova lettura del territorio, apra a nuovi orizzonti anche di rilievo istituzionale, di un’unica grande realtà provinciale, che oggi può sembrare utopistico, ma che, semmai, trova resistenze in difese localistiche, superate le quali questo territorio avrebbe maggiore peso e visibilità, non solo in Calabria ma nell’intero Mezzogiorno.
In definitiva, occorre che la città di Corigliano Rossano sia consapevole del ruolo e delle potenzialità e che, come capofila, si faccia interprete delle esigenze di sviluppo economico, sociale, turistico, ambientale e culturale, tenendo conto delle vocazioni naturali dell’intera area, oltre le sue stesse mura cittadine, promuovendo una gestione integrata del territorio Jonico cosentino e sappia coinvolgere gli interessi e i bisogni dei comuni interni e montani, in una rete istituzionale che tenga insieme i comuni dell’area in un definito comune progetto articolato di sviluppo, perché insieme si possa avere più peso e più forza contrattuale per sé e per l’intero territorio e così dare una diversa prospettiva ed un futuro alle nuove generazioni.
Un’idea di pianificazione, in cui le esigenze comuni e anche bisogni diversi, si tengano insieme e si danno maggiore forza, integrando i confini storici dei comuni sotto il profilo organizzativo e della finalizzazione degli obiettivi e delle attese di sviluppo. Ciò richiede una governance efficace basata su un proficuo legame tra Pubblica Amministrazione e Territorio.
Una governance che quanto all’aspetto organizzativo può trovare riferimento – come sperimentato già in altre realtà – nell’Assemblea Interistituzionale ed in altre forme operative.
Una governance comune per programmare un Piano strategico di sviluppo socio-economico, costituito da progetti integrati che sulla scorta delle vocazioni territoriali si dia chiari obiettivi come quelli della tutela dell’ambiente, della realizzazione di un sistema turistico integrato con riqualificazione dell’offerta in termini ambientali (mare-montagna- centri storici), culturale e religioso; dell’economia agricola e rurale con diversificazione ed innovazione delle produzioni e della loro commercializzazione, del rilancio della pesca mettendo in sinergia le diverse marinerie presenti su tutta la costa jonica confluendo, quanto meno sono l’aspetto commerciale, in un’unica grande realtà.
Un piano strategico territoriale integrato che, già dalla sua progettazione, coinvolga oltre i comuni dell’area, i diversi attori istituzionali: Organismi di rappresentanza delle imprese e delle parti sociali, l’Università della Calabria, le categorie produttive ed artigianali, gli Ordini professionali di riferimento, nell’intento di avviare un percorso virtuoso di valorizzazione dell’intera area.
La nuova città di Corigliano Rossano deve avere questa ambizione quale terza realtà della Calabria e darsi una visione ampia di sviluppo, farsi promotrice di un tale percorso, perché diversamente sarà difficile dare una vera prospettiva di cambiamento e di sviluppo.
Ma occorrerebbe avviare presto un tale percorso, o se si vuole altro migliore, per poter sfruttare la programmazione dei fondi europei 2021-2027, che prevede finanziamenti proprio nei settori come quello dell’occupazione giovanile, dell’ambiente, dell’innovazione, della formazione, della coesione sociale (FES), dello sviluppo agricolo e rurale (FE-ASR), degli affari marittimi e della pesca (FEANP).
Giuseppe Tagliaferro
5 risposte
Per realizzare tutto ciò, la città ha bisogno di persone di larghe vedute, con esperienza imprenditoriali e culturali.
Discorso complesso e articolato forse un po troppo per un territorio non abituato confrontarsi.Comunque,con tutto il cuore,forza Corigliano-Rossano
Manifesto impeccabile e condivisibile. E’ solo facendo rete , quindi POLITICA VERA, che possiamo invertire la tendenza che attanaglia il nostro territorio. Chi ha orecchie per intendere le apra poiche’ è tutto molto semplice e chiaro. Solo lavorando insieme e per tutti potremo avere un futuro per questa terra.
Questo documento può essere adottato come un vero e proprio MANIFESTO FONDATIVO della nuova realtà territoriale d’una CITTÀ riconosciuta come terza realtà urbana dell’intera Regione con le note potenzialità intrinseche socio- economiche e culturali.Non va trascurato il dato geo- politico della provincia di diCosenza che oggi rappresenta il 44% dell’intera superficie territoriale regionale rispetto al resto della Regione che contempla BEN
4 PROVINCE!!Pertanto si rileva uno squilibrio territoriale in termini di disagi sociali ed economici oltre che per le distanze e la anacronistica viabilità che rende difficoltoso e rischioso per i numerosi cittadini di Comuni disancorati dal capoluogo sede di Uffici e Servizi.Tutto ciò autorizza la necessità di rivendicare una seconda Provincia in questa Calabria del Nord-Est.Ritengo che si costituisca un COMITATO CIVICO CON SUPPORTO POLITICO- AMMINISTRATIVO che subito dopo queste elezioni comunali si debba insediare per dare vita e sostanza a questo PROGETTO DI RIVENDICAZIONE DI DIRITTI. Avv. Giuseppe Tagliaferro,costituivano il COMITATO !! Franco Cirò
Costituiamo il COMITATO