Trebisacce. Con uno sforzo ammirevole, secondo quanto fa sapere l’Assessore Regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo, l’Arcea, in soli tre mesi ha liquidato, per conto dell’Agenzia Regionale per l’Agricoltura guidata dal Dr. Giacomo Giovinazzo, altri 25milioni di euro per saldo “Domanda Unica 2023” a favore delle aziende agricole calabresi che potranno così continuare a operare ed a dare forza a un settore strategico che impatta fortemente sull’economia dell’intera Regione. Quello che invece continua a rimanere un punto di domanda è la situazione di circa 100 operai idraulico-forestali già dipendenti dall’ex Consorzio di Bonifica di Trebisacce e dei Bacini dello Jonio che, pur essendo andati in pensione, non riescono a riscuotere, molti a distanza di alcuni anni, il legittimo e sacrosanto trattamento di fine rapporto, la cosiddetta buonuscita. Da qui la protesta e la rabbia di questi padri di famiglia che sentono parlare di grandi investimenti e di ingenti trasferimenti di somme dalla Regione all’attuale Consorzio Unico di Bonifica della Calabria e a loro non arrivano neanche le briciole necessarie per puntellare i bilanci delle proprie famiglie. Secondo quanto lamentano i dipendenti ancora in servizio, all’appello mancherebbero anche 2 mensilità relative al salario dei mesi di gennaio e settembre di cui si sarebbero perse le tracce. Il Dipartimento Regionale, sempre secondo quanto lamentano questi lavoratori, sostiene di aver trasferito al nuovo ente consortile le somme necessarie, ma agli operai viene il sospetto che questi fondi vengano utilizzati per pagare lauti stipendi ai dirigenti, ai commissari liquidatori e per onorare altrettante laute parcelle per consulenze varie, lasciando così l’amaro in bocca a tanti lavoratori che non sanno più a che santo votarsi per far rispettare i propri diritti. Da qui la crescente sfiducia sia nella classe politica, di destra e di sinistra, che ha governato e governa la Regione, sia nelle forze sindacali che avrebbero smesso di condurre le battaglie sindacali di un tempo che riuscivano nel loro intento di tutelare gli interessi dei lavoratori e delle loro famiglie. Del tutto inutile, almeno finora, secondo quanto evidenziano alcuni lavoratoi, il ricorso ai Legali e alla Magistratura attivato in forma soggettiva o in gruppo: nessuno pare voglia prendere di petto la situazione e dare finalmente le risposte che meritano questi operai che si sentono abbandonati a se stessi e quasi invisibili.
Pino La Rocca