(Gruppo Consiliare “Patto di Cittadinanza Attiva” – capogruppo Vincenzo Diego e Francesco Cirò) ORIOLO. Il Report dell’Osservatorio GIMBE sui Livelli Essenziali di Assistenza e le diseguaglianze regionali in sanità, non ci stupiscono più di tanto; ma continuano a lasciarci a bocca aperta. Nel 2022 il punteggio totale degli adempimenti della Calabria nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), ovvero le prestazioni che il Servizio sanitario nazionale eroga gratuitamente o tramite il pagamento di un ticket, è di 135,25 (il punteggio massimo é 300), posizionandosi ultima tra le regioni e le province autonome”.
Il Governo assicura, o meglio dovrebbe assicurare a tutti i cittadini che l’erogazione delle prestazioni e dei servizi compresi nei LEA avvenga in condizioni di qualità, come si sottolinea ancora nel documento, e sul tavolo servirebbero voci del tipo: appropriatezza ed uniformità, attraverso il Sistema di Garanzia: uno strumento introdotto dal D. Lgs. 56/2000 istitutivo del “federalismo fiscale”, è reso operativo dal DM 12 dicembre 2001, che definiva un set di circa 100 indicatori, individuati sulla base di fonti informative e conoscenze allora disponibili, rilevanti per il monitoraggio e la valutazione dell’assistenza sanitaria finalizzata agli obiettivi di tutela della salute perseguiti dal SSN.
In poche parole, potando i rami secchi, continuiamo ad essere “malati di sanità”. Inutile continuare a dire che la speranza è ultima a morire, qui da anni si muore ancor prima di sperare. Si spera per un posto letto; si spera per fare gli esami del sangue, si spera per una risonanza, si spera di saltare le lunghe attese, magari con una raccomandazione, insomma si “spera”, e chi di speranza vive, si sa, disperato muore. Serve
una presa di coscienza collettiva.
“Bisogna riabilitare la terra delle nostre madri, dei nostri padri, rilevare i tanti aspetti positivi, dove mito e bellezza si incontrano”, così come si legge nella “Calabria di Cesare Malpica”, un magnifico lavoro dell’illustre professore Leonardo R. Alario. Bisogna scendere in campo, bisogna chiedere i diritti, e quello della salute è tra i più importanti: << l’unico diritto per il quale la Carta Costituzionale italiana riserva l’aggettivo “fondamentale” >>. Beh, se non ci si batte per il bene più prezioso, la vita, la nostra o meglio dei nostri figli, allora dobbiamo iniziare a preoccuparci davvero, vuole significare che non siamo capaci neanche di guardare avanti, stiamo buttando anche l’ultima spugna, quella della “speranza”.
(comunicato stampa)