Il principio di correttezza e onestà imporrebbe che i comuni interessati restituiscano i soldi ai cittadini senza bisogno di richieste formali. Sarebbe un gesto di responsabilità e trasparenza, in grado di ricostruire un minimo di fiducia tra amministrazione e cittadinanza. Ma, considerando l’esperienza passata, è lecito dubitare che ciò avverrà. La burocrazia italiana ha dimostrato innumerevoli volte di saper aggirare le proprie responsabilità, trasformando ciò che dovrebbe essere un diritto in un’odissea burocratica. E poiché molti comuni fanno cassa con gli autovelox sarà difficile per gli interessati recuperare le somme dovute.
Questa situazione è l’ennesima dimostrazione di come, spesso, il pesce inizi a puzzare dalla testa. Le amministrazioni locali dovrebbero essere un esempio di legalità e trasparenza, ma quando sono le prime a infrangere le regole, come possono aspettarsi che i cittadini le rispettino? L’uso degli autovelox dovrebbe essere finalizzato esclusivamente a garantire la sicurezza stradale, non a riempire le casse comunali. Questo abuso di potere mina la credibilità delle istituzioni e alimenta il malcontento e la sfiducia.
È necessario un cambiamento radicale, che parta da un controllo più rigoroso e trasparente dei dispositivi di rilevamento della velocità e dall’introduzione di sanzioni severe per le amministrazioni che non rispettano le normative. Solo così si potrà garantire che la sicurezza stradale sia davvero al servizio dei cittadini e non un pretesto per fare cassa.
Matteo Lauria – Direttore I&C