(Roma, Sen. Ernesto Rapani) – Dura invettiva alle opposizioni da parte del Senatore Ernesto Rapani, componente della commissione Giustizia di Palazzo Madama, che nel corso dell’intervento in aula a proposito del “Dl Carceri” non ha risparmiato le critiche: «Le opposizioni non perdono occasione per fare discorsi ideologici. Parlano per partito preso, dicono che questo provvedimento è vuoto di contenuto. Ma, evidentemente, non conoscono il testo», ha affermato Rapani, sottolineando la mancanza di proposte concrete da parte degli avversari politici.
Rapani ha fornito alcuni dati significativi: «Gli stranieri rappresentano il 31% della popolazione carceraria. Per questo fa bene il governo Meloni a chiudere accordi con le Nazioni estere, perché gli stranieri devono scontare la pena nei propri Paesi»
Sul fronte dei malati psichiatrici all’interno delle carceri, che rappresentano il 12%, Rapani ha evidenziato gli effetti della chiusura, in passato, degli ospedali giudiziari rilevando come le REMS siano insufficienti: «Abbiamo fatto bene a prevedere residenze per la rieducazione e il reinserimento ai fini sociali».
In tema di reinserimento dei detenuti, Rapani ha poi citato l’esempio della Casa di Reclusione di Rossano, dove sono attivi corsi universitari e didattici a vari livelli, un teatro e laboratori artigianali, tra cui una falegnameria e un laboratorio di ceramica, purtroppo attualmente inutilizzati. Su questo punto, il senatore ha annunciato: «Stiamo cercando, in collaborazione con il Sottosegretario, di giungere a delle convenzioni per effetto delle quali queste attività tornino ad essere funzionanti offrendo ai detenuti la possibilità di lavorare e di acquisire specifiche competenze anche in ottica di un futuro reinserimento lavorativo e sociale».
Rapani ha anche evidenziato il problema dell’ingiusta detenzione, con circa mille casi l’anno che comportano un aggravio di costi per lo Stato e conseguenze umane a volte culminanti in tragedie.
Infine, il senatore ha illustrato i risultati raggiunti dal governo nei primi 20 mesi di mandato: «Siamo andati nelle carceri e osservato cosa non funziona. Abbiamo portato a casa risultati importanti: abbiamo stanziato milioni di euro per l’edilizia carceraria, ci saranno mille assunzioni straordinarie, banditi concorsi per altri 2.500 agenti oltre averne assunti già oltre 3 mila. Diamo risposte concrete, perché questo significa governare». Il senatore ha infine toccato anche il tema delle condizioni di lavoro degli agenti di polizia penitenziaria, evidenziando il numero preoccupante di suicidi tra gli agenti e la necessità di interventi a supporto di tutte le categorie di lavoratori delle strutture carcerarie (Comunicato stampa).
Una risposta
Spiace dover leggere le dichiarazioni del Senatore RAPANI che sono assai lontano dalla realtà in cui versa il sistema penitenziario del paese.
A molti sono note da tempo le tante criticità che affliggono anche la Casa Reclusione di Rossano il cui funzionamento è garantito da un manipolo di poliziotti penitenziari costretti ad espletare fino a 10/12 ore di servizio giornaliero in luogo delle 6 ore previste dal vigente contratto.
Evidentemente questo aspetto al Senatore Ernesto RAPANI non era noto come non sa che al personale sono liquidate con ritardo e parzialmente lo straordinario o addirittura non è posto nelle condizioni di poter fruire delle giornate di riposo, settimanale e festivo oltre ad accumulare diverse decine di giornate di congedo non fruito.
Essendo un autorevole politico farebbe bene, l’operoso Senatore Ernesto Rapani, ad aggiornarsi sulle tante criticità di cui si caratterizza la realtà penitenziaria calabrese e nazionale desumibile anche dalle tante note stampe, ossia dai bollettini di guerra, dai quali potrà prendere atto delle aggressioni fisiche portate in danno del personale di polizia penitenziaria e dai vari operatori. Oppure delle devastazioni che subiscono le strutture dovute alle sistematiche rivolte attuate dai troppi detenuti stipati nei penitenziari in cui la dignità dell’uomo, sia esso detenuto che lavoratore, è umiliata senza soluzione di continuità.
Farebbe bene il Senatore Rapani a comprendere che il personale in uscita di Polizia, per cessazione attività, é in numero superiore del personale assunto.
Sarebbe un primo importante segnale, di stima e di rispetto, verso coloro i quali operano nei penitenziari, se si evitasse di alterare la drammatica realtà in cui versano le carceri regionali e nazionali che nonostante tutto, per mera propaganda politica, non si risparmiano dall’essere strumentalizzate per un verso o per l’altro a secondo del momento e dalla convenienza.
Si informi in maniera approfondita il Senatore RAPANI dai Garanti e dalle Organizzazioni Sindacali per poter ottenere un quadro obbiettivo, puntuale e coerente della realtà in cui versa il pianeta carcere e poi, forse, comprenderà le ragioni di questo amaro commento.
Basterebbe tenere in debita considerazione dei tanti, troppi atti di autolesionismo e del numero dei suicidi fin ora registrati, anche nelle fila del personale di Polizia penitenziaria, per comprendere che la situazione è ormai giunta ad un punto di non ritorno.
In assenza di rimedi capaci di invertire la rotta, il silenzio appare la più saggia e sensata forma di comunicazione.
Nicola AGAZIO
DIRIGENTE SINDACALE CO.N.SI.PE