La ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia spiega la situazione sismica e le misure precauzionali. Intervista realizzata a giugno 2024.
Domanda: I terremoti si riescono a prevenire o no? Che dice la scienza da questo punto di vista?
Risposta: La scienza studia i fenomeni sismici, e in particolare noi sismologi ci dedichiamo allo studio dei terremoti cercando di imparare sempre di più. Gli strumenti di cui disponiamo registrano i terremoti, ma purtroppo non siamo ancora in grado di prevederli. Sappiamo che la Calabria, come il resto dell’Italia, è una zona sismicamente attiva e fa parte del nostro lavoro monitorare questa attività. Tuttavia, prevedere esattamente quando e dove si verificherà un terremoto, se sarà di piccola o grande magnitudo, è qualcosa che la scienza non è ancora in grado di fare.
D: Invece da un punto di vista precauzionale, di cosa si devono dotare i comuni e le regioni per gestire almeno l’emotività della paura?
R: Esistono diverse azioni di prevenzione che si possono intraprendere, sia strutturali che non strutturali. La prevenzione strutturale, come il rafforzamento degli edifici, è in carico allo Stato, alle regioni o ai singoli cittadini quando agiscono sulle proprie case. Per quanto riguarda la prevenzione non strutturale, è fondamentale informare la popolazione. Questo significa conoscere cosa è avvenuto sul territorio, imparare a osservare l’ambiente circostante e diffondere queste conoscenze. È quello che stiamo facendo qui oggi: educare le persone su come comportarsi e su cosa aspettarsi.
D: Dello sciame sismico bisogna avere più paura rispetto a una singola scossa? Quali sono le dinamiche tecniche che si mettono in moto attorno a questi fenomeni?
R: Gli sciami sismici sono costituiti da una serie di terremoti che avvengono in un periodo limitato di tempo e che possono o meno portare a un terremoto di maggiore intensità. In Italia, registriamo mediamente 30-40 terremoti al giorno su tutto il territorio nazionale. La maggioranza di questi non viene avvertita dalla popolazione, ma solo dagli strumenti. Alcuni sciami possono precedere un evento sismico più importante, ma non è sempre così. Questo lo possiamo determinare solo retrospettivamente.
D: La Calabria da questo punto di vista come è messa?
R: La Calabria è una zona in cui si verificano terremoti forti e significativi. È una delle regioni più sismicamente attive dell’Appennino centro-meridionale, insieme all’Arco Calabro, alla Sicilia orientale e a parte del Friuli. I terremoti importanti possono essere abbastanza rari nel tempo, il che può portare a una sorta di “perdita di memoria” del rischio sismico. Tuttavia, è cruciale mantenere alta la consapevolezza del pericolo sismico.
D: Il versante dei maremoti cammina di pari passo con quello dei terremoti?
R: I maremoti avvengono quando un terremoto si verifica in mare o in prossimità della costa e possiede una certa energia. Non tutti i terremoti possono causare maremoti: quelli molto piccoli o quelli appenninici non ne sono in grado. Nelle zone costiere, il pericolo di maremoti esiste, ma è legato a specifiche condizioni sismiche.
Risposta: Diciamo che la pericolosità di avere un evento sismico in Italia è diffusa ovunque, in ogni comune. Tutti i comuni italiani possono subire danni da terremoti, perfino la Sardegna. Quindi, in realtà, in tutti i comuni ci dobbiamo occupare di questo problema. Anche chi abita al nord, come me, se viene in vacanza in Calabria deve considerare il rischio sismico, poiché qui i terremoti possono essere più forti rispetto ad altre parti d’Italia.
D: Lo Jonio è colpito da eventi sismici, e nei giorni scorsi è accaduto a Crotone. Che segnali sono? La popolazione deve avere paura?
R: Noi siamo qui per testimoniare il fatto che non possiamo fare previsioni certe. Il fatto che ci sia stato un terremoto di magnitudo 4, sentito dalla popolazione e abbastanza profondo da essere avvertito in una vasta area, non significa necessariamente che ne seguirà un altro più forte. Non possiamo determinare se un aumento della sismicità porterà a un evento maggiore. Questo lo possiamo dire solo retrospettivamente, dopo che è successo o non è successo. Fortunatamente, nella maggior parte dei casi non si verifica un terremoto maggiore.
D: Rappresenta un indicatore se un terremoto è ondulatorio o sussultorio? Quali sono le differenze?
R: Il comportamento dei terremoti include sempre sia componenti sussultorie che ondulatorie. Ci sono vari tipi di onde che si scatenano dall’ipocentro e arrivano in superficie. Se siamo molto vicini all’epicentro, percepiamo maggiormente la componente sussultoria, che è una parte compressiva. Se siamo più lontani, avvertiamo maggiormente la componente ondulatoria. Le onde P (primarie), le onde S (secondarie) e le onde superficiali sono presenti in ogni terremoto, e ognuna contribuisce alla percezione complessiva del movimento sismico.
La Calabria è quindi una zona ad alto rischio sismico, ma la prevenzione e la conoscenza del territorio sono strumenti fondamentali per mitigare l’impatto di eventuali terremoti. Informare la popolazione e adottare misure strutturali e non strutturali sono passi essenziali per migliorare la sicurezza e la resilienza delle comunità locali.