Editoriale. L’istituzione di una Nuova Provincia: la povertà di una classe politica senza visione

Il dibattito sull’istituzione di una nuova provincia sta mostrando tutta la sua fragilità e la mancanza di una visione politica a lungo termine. È sconcertante constatare come il processo culturale che attraversa l’arco ionico sia privo di contenuti significativi e alimentato da un’incompetenza politica preoccupante. Da cinque anni, il Comitato Magna Grecia – Gruppo Ionia, promuove l’idea di una provincia con un doppio capoluogo Corigliano Rossano a nord e Crotone a sud, capace di rappresentare 410.000 abitanti e di entrare con pari dignità nel contesto regionale. Questa proposta avrebbe il potenziale di riequilibrare le forze in Calabria, ponendo un argine al dominio dei capoluoghi storici che si dividono le risorse economiche nazionali ed europee, lasciando al resto della regione solo le briciole. Ed è dimostrato che province di piccole dimensioni non vanno da nessuna parte.  Eppure, nonostante la forza di una proposta che avrebbe un impatto significativo sulla redistribuzione delle risorse in riva allo Ionio si spara una proposta con la sola dicitura “Corigliano Rossano Provincia” ma senza spiegare cosa contiene in termini di comuni e di dimensione demografica.  Tra l’altro il governo Meloni non sembra predisposto a considerare l’istituzione di nuove province. Pertanto sarebbe un percorso quasi impossibile. Cosa diversa è, invece, sciogliere l’attuale provincia di Crotone (inutile perché di piccole dimensioni) e crearne una nuova con Corigliano Rossano, praticamente a costo zero per lo Stato.

L’argomento è stato definito inutile da molti, e il disinteresse delle forze politiche per questo tema è evidente. Tuttavia, è bastata la richiesta di un consigliere comunale per istituire una commissione dedicata alla provincia di Corigliano e Rossano, per riempire il dibattito politico, purtroppo senza mai affrontare tra l’altro i contenuti della proposta.

Questa situazione evidenzia un problema più profondo: la totale mancanza di programmazione e progettualità della classe politica locale. L’incapacità di affrontare temi cruciali per il futuro del territorio dimostra quanto il nostro panorama politico sia vuoto, privo di una visione strategica che possa guidare lo sviluppo del territorio. Molti politici sono eletti non per le loro idee o per la loro capacità di governare, ma grazie a relazioni personali con gli elettori, alimentando una cultura politica stagnante e inefficace.

Addirittura il dibattito sulla gestione di una provincia di 410mila abitanti con doppio capoluogo viene liquidato con l’accusa di “ingestibilità”, un argomento che evidenzia la pochezza dei contenuti espressi. Chi sostiene questa tesi sembra dimenticare che l’attuale provincia di Cosenza, con oltre 700.000 abitanti, è già di per sé una struttura difficile da governare. Allora, perché una provincia più piccola dovrebbe essere considerata ingestibile? E l’attuale di Cosenza come la vogliamo considerare? Questo tipo di argomentazioni mostra chiaramente quanto sia debole il livello di discussione politica.

In definitiva, il processo culturale che attraversa l’arco ionico riflette una politica incapace di evolversi, arroccata su posizioni miopi e incapace di cogliere le opportunità che potrebbero portare a un reale sviluppo del territorio. Finché non ci sarà una vera e propria volontà di affrontare questi temi con serietà e competenza, le proposte come quella della provincia Magna Grecia rimarranno solo parole vuote, specchi di una politica senza contenuti e senza futuro.

Matteo Lauria – Direttore I&C

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