Editoriale: La cronaca non è nemica, ma specchio della realtà

È con profonda indignazione che mi vedo costretto a rispondere alle accuse ingiustificate e agli insulti gratuiti rivolti alla testata giornalistica che ho l’onore di rappresentare. Essere definiti “giornalai” o “testatina giornalistica” per il solo fatto di aver riportato una notizia di cronaca — l’ennesima rissa avvenuta a Schiavonea — non solo denota una visione ristretta e miope della realtà, ma dimostra anche una pericolosa tendenza alla negazione dei problemi che affliggono la nostra comunità.

Il dovere di un giornalista è quello di informare, di riportare i fatti così come avvengono, senza filtri e senza timori reverenziali. Non siamo qui per edulcorare la realtà, né per nascondere sotto il tappeto le problematiche che ci circondano. Se la cronaca racconta di risse, violenze o altri fatti di degrado, non è certo il giornalista a creare il problema: è chi agisce in quel modo a macchiare l’immagine della città, non chi ne parla.

Schiavonea, come Corigliano Rossano, non è immune ai problemi che affliggono tante altre realtà italiane. È ipocrita pensare che non parlarne significhi proteggere l’immagine della città. Al contrario, questa mentalità omertosa contribuisce solo a peggiorare la situazione, permettendo ai problemi di incancrenirsi. Tacere non è mai la soluzione.

Sorprende e sconforta, poi, vedere professionisti, persone di cultura, adottare una posizione tanto retrograda e superficiale. Chi punta il dito contro la stampa non fa che tradire una paura atavica della verità, una verità che spesso è scomoda ma necessaria per poter sperare in un cambiamento. I titoli di studio e la professionalità non valgono nulla se non sono accompagnati da una reale comprensione dei valori fondamentali della democrazia, tra cui la libertà di stampa e il diritto all’informazione.

Non possiamo permettere che una mentalità del genere prenda piede e si radichi ulteriormente. L’informazione è un pilastro della nostra società, un faro di verità in mezzo al mare dell’omertà e della disinformazione. Non possiamo accettare di essere zittiti o discreditati solo perché facciamo il nostro lavoro.

Corigliano Rossano è la terza città della Calabria, una realtà che dovrebbe puntare in alto, mirare alla crescita e al miglioramento continuo. Eppure, di fronte a queste reazioni, sembra talvolta di vivere in un luogo lontano anni luce da quella civiltà e apertura mentale di cui avremmo bisogno. Il nostro compito è continuare a fare luce sui fatti, senza paura e senza compromessi, affinché la città possa crescere davvero, a partire dalla consapevolezza dei suoi problemi.

Chi oggi ci accusa di danneggiare l’immagine della città farebbe bene a riflettere sul fatto che è proprio negando la realtà che si compromette il futuro. Il nostro impegno è e sarà sempre quello di raccontare i fatti, perché solo dalla verità può nascere un cambiamento reale.

Matteo Lauria – Direttore I&C

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