(comunicato – “Io Resto a Corigliano Rossano”) Nel cuore di un territorio segnato da una profonda crisi economica e sociale, l’annuncio dell’investimento da 60 milioni di euro da parte di Baker Hughes nel Porto di Corigliano Rossano rappresenta una delle più significative occasioni di rilancio per l’intera regione. In un contesto dove l’agricoltura stenta a produrre profitti, il turismo non è mai realmente decollato e la carenza infrastrutturale limita fortemente la competitività, questo progetto offre una via d’uscita concreta, basata su solidi dati tecnici e prospettive di crescita.
Progetto strategico per il Territorio
Un modello di sviluppo inclusivo
L’apertura di una sede di Baker Hughes nel nostro territorio può inoltre portare alla creazione di scuole di formazione specializzate, capaci di trattenere i giovani sul nostro territorio. Esperienze simili si sono già rivelate vincenti in altre città dove Baker Hughes opera, come Firenze, Massa e Vibo Valentia, dove l’azienda ha saputo creare non solo posti di lavoro, ma anche competenze e professionalità, contribuendo a frenare l’emorragia di giovani verso il Nord.Inoltre, la presenza di una multinazionale di tale calibro significa anche l’applicazione di contratti lavorativi regolari, nel rispetto di tutti gli standard internazionali, alzando il livello delle contrattazioni locali e ponendo un riferimento positivo per altre aziende del territorio. La continua formazione dei dipendenti da parte di Baker Hughes è un ulteriore segnale di come questo investimento possa portare non solo occupazione, ma anche crescita qualitativa per il nostro capitale umano.
Sostenibilità logistica e ambientale
È importante sottolineare come la localizzazione del progetto nel Porto di Corigliano Rossano sia una scelta non solo opportuna, ma necessaria. Le strutture che Baker Hughes intende realizzare hanno dimensioni tali da rendere logistica insostenibile la loro delocalizzazione. Proporre di spostare questo investimento fuori dal porto equivale a dire no a questa straordinaria opportunità.
Un appello alla politica
In conclusione, è fondamentale riflettere sulle conseguenze economiche, occupazionali e sociali che un simile investimento comporta. I dati parlano chiaro: migliaia di giovani calabresi sono costretti ogni anno a lasciare la loro terra in cerca di un futuro migliore al Nord. Permettere a Baker Hughes di insediarsi nel nostro territorio non solo arginerebbe questo fenomeno, ma segnerebbe l’inizio di una nuova era di sviluppo e crescita per Corigliano Rossano.Faccio quindi un accorato appello a tutte le parti politiche: non lasciamo sfuggire questa occasione. I cavilli tecnici sollevati, come il Piano Regolatore Portuale (PRP), non possono e non devono prevalere sui bisogni reali della nostra popolazione. I giovani che emigrano non possono aspettare mesi o anni per un PRP aggiornato, mentre un investitore come Baker Hughes potrebbe decidere di mollare gli ormeggi e rivolgere altrove i propri investimenti.Corigliano Rossano non può permettersi di perdere una simile opportunità. È il momento di agire, di fare scelte coraggiose e di guardare al futuro con determinazione.
Ingegnere Pietro Vulcano, membro del gruppo “Io Resto a Corigliano Rossano”