La ricetta elettronica è ormai quasi realtà. Entro la fine del 2016 potremmo dire addio alla ricette rosse. E chi prima e chi dopo, tutte le regioni sono partite, portando ormai quasi all’80% le prescrizioni di farmaci fatte su un semplice promemoria cartaceo accompagnato da un codice digitale, invece che tramite l’impegnativa tradizionale. In base agli ultimi dati di Promofarma, società di informatica di Federfarma, la media italiana di ricette digitali per l’acquisto di farmaci rispetto al totale di quelle emesse è del 77%. Come per altri aspetti della sanità, però, le regioni non procedono affatto di pari passo, ma con qualche sorpresa rispetto al solito.
In cima alla classifica delle virtuose, infatti, troviamo la Campania e il Veneto con l’89,5% delle ricette dematerializzate, seguite da Molise (88,4%) e Sicilia (87,8%). In coda la Calabria (26,7%) e la provincia autonoma di Bolzano (2,6%) partite per ultime, rispettivamente a luglio e giugno. «Pensiamo sia realistico arrivare al 90% di ricette elettroniche entro fine anno», commenta Daniele D’angelo, direttore di Promofarma. Questo infatti, aggiunge, era «l’obiettivo previsto dall’Agenda digitale perché, anche quando il sistema sarà completamente a regime, resterà sempre una quota pari a circa il 10% di farmaci per i quali continuerà ad essere utilizzata la ricetta rossa, come quelli in distribuzione per conto e quelli contenenti sostanze psicotrope».