Il suicidio tra i giovani è una tragedia che continua a colpire, spesso nel silenzio generale. Non ci sono dati precisi che descrivano la portata del fenomeno, ma è evidente che la situazione stia peggiorando. Ogni storia di un ragazzo o una ragazza che sceglie di togliersi la vita lascia un vuoto profondo, e pone una domanda inquietante: cosa stiamo facendo come società per prevenire tutto questo?
Le ragioni dietro questo fenomeno sono molteplici. I giovani di oggi affrontano sfide enormi: l’isolamento sociale, le aspettative sempre più alte, il timore di fallire. Spesso dietro il sorriso di un ragazzo si nascondono fragilità profonde, che non trovano spazio per essere espresse. La società, troppo impegnata a correre, sembra non accorgersi di queste sofferenze.
E mentre i segnali d’allarme aumentano, la nostra risposta resta insufficiente. L’indifferenza, il tabù che ancora circonda il tema del suicidio, e la mancanza di strutture di supporto adeguate sono solo alcuni degli ostacoli che ci impediscono di affrontare questo problema alla radice. È necessario creare spazi di ascolto, sensibilizzare l’opinione pubblica e mettere in campo risorse per la prevenzione.
Le soluzioni non sono semplici e non arriveranno dall’oggi al domani. Ma continuare a ignorare la questione significa solo attendere che altre vite vengano spezzate. È il momento di agire, di smettere di considerare questi drammi come casi isolati, e di iniziare a trattare il suicidio giovanile come un’emergenza sociale. Solo così potremo sperare di fare la differenza.
Matteo Lauria – Direttore I&C