Associazione Pescatori Marina di Schiavonea: «Lo sviluppo del porto non sarà industria senza regole»

(Associazione Pescatori Marina di Schiavonea) – L’Associazione Pescatori Marina di Schiavonea (associazione che rappresenta pescatori professionali e della piccola pesca), nel dissociarsi profondamente da posizioni strumentali assunte nelle ultime ore sulla stampa da presunti rappresentanti della marineria, precisa di aver già espresso più volte la propria posizione relativamente ad uno specifico insediamento industriale nel Porto dopo un attento percorso di studio ed approfondimento.
Come più volte sottolineato, la posizione di contrarietà non è frutto di pregiudizi né funzionale alla mera conservazione di proprie posizioni, ma ponderata per le implicazioni che avrebbe avuto la industrializzazione di circa un terzo del Porto e di metà delle banchine attualmente disponibili, sia per le condizioni della pesca (che ricordiamo rappresenta anch’essa una parte dell’economia del territorio) e sia per le prospettive mai celate di industrializzazione del porto senza alcuna regola.
Tutto questo, infatti, sarebbe dovuto avvenire senza alcuno strumento di pianificazione portuale e nemmeno immaginare di spostarsi nella adiacente zona industriale, vicinissima alle banchine e realizzata appositamente per questi insediamenti, lasciando che il nostro diventi l’unico porto con queste caratteristiche.
È importante precisare che l’associazione Pescatori Marina di Schiavonea rappresenta effettivamente pescatori della storica marineria di Schiavonea, i quali a differenza di altri ben conoscono tanto la questione quanto il nostro porto – nel quale conducono gran parte della propria esistenza – e che non è assolutamente contraria ad ipotesi di sviluppo reale e compatibile, ma non possiamo essere favorevoli al fatto che le autorità competenti – mentre altrove finanziano e realizzano riqualificazioni ed infrastrutture per il turismo – continuino a non avere nessun piano di sviluppo né attenzione per il Porto di Schiavonea, proponendo lo sfruttamento industriale di gran parte del Porto e cercando di farlo passare per una manna dal cielo frutto del proprio lavoro.
Quando si dice che il Porto è deserto, nel ricordare che lo stesso è nato anche col sangue della marineria di Schiavonea che oggi lo anima, bisognerebbe anche riflettere su di chi siano le responsabilità rispetto alla mancata valorizzazione di questa infrastruttura.
Tali precisazioni erano necessarie per evitare equivoci. (comunicato stampa)

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