Conferenza stampa del presidente dell’Autorità Portuale del sistema dei mari Tirreno meridionale e Ionio Andrea Agostinella nel pomeriggio a Corigliano Rossano apparso particolarmente amareggianto per la mancata realizzazione dell’investimento Becker Hughes nel porto di Corigliano. Ha spiegato che nonostante ci fossero tutte le condizioni per andare avanti, la politica ha preso il sopravvento, portando al fallimento del progetto. Agostinelli ha dichiarato che “c’era una volontà per non farlo, è indubitabile. La procedura c’era così come l’interesse pubblico straordinario. Secondo il presidente, tutte le condizioni imposte dalla politica erano state rispettate e il progetto avrebbe portato benefici significativi al territorio, creando centinaia di posti di lavoro, ma le forze politiche hanno posto ostacoli insormontabili. Secondo Agostinelli, il sindaco ha cambiato motivazioni diverse volte, parlando prima di conformità urbanistica, poi di piani regolatori e infine di legalità come giustificazione. Ha garantito che nella pianificazione futura del porto di Corigliano ci sarà spazio per destinazioni industriali, lasciando aperta la porta a nuove opportunità di sviluppo.
Conformità urbanistica e confronto con altre realtà portuali
Agostinelli ha chiarito che, in realtà, non c’è una vera questione di conformità urbanistica. «Il sindaco si è limitato a dire che non poteva esprimersi», ha spiegato. “«Doveva fare come per il mercato ittico o per il cantiere navale». Per far comprendere meglio il punto, ha portato l’esempio del porto di Palermo, dove Fincantieri, una grande azienda del settore navale, coesiste con attività di diporto, ristoranti e altre realtà portuali senza che il sindaco si sia posto il problema della conformità urbanistica. «In porto a Palermo convivono capannoni di 35 metri con 300 carpentieri che lavorano per Fincantieri, navi commerciali, diporto e movida palermitana», ha raccontato Agostinelli, sottolineando come la stessa situazione dovrebbe essere possibile a Corigliano. «Forse il sindaco ha una visione diversa della conformità urbanistica», ha aggiunto, lasciando intendere che il problema sia stato utilizzato strumentalmente.
L’esempio di Crotone e il fallimento del progetto
Agostinelli ha proseguito parlando di Crotone, dove manufatti simili a quelli presenti a Corigliano prosperano senza problemi, e ha annunciato che a breve ci sarà una presentazione a tutta la Calabria per dimostrare la qualità dell’industria meccanica locale. Sull’investimento di Becker Hughes, Agostinelli ha confermato che la partita è ormai chiusa. «Per me la partita è chiusa», ha detto con amarezza, riconoscendo che non ci sono più speranze per il progetto, nonostante i recenti colloqui con governatori, sindacati e i responsabili della Becker Hughes.
Il futuro del porto di Corigliano e le nuove opportunità
L’alto dirigente parla di “sconfitta” e conferma come il porto di Corigliano poteva comunque attrarre nuove opportunità industriali. «Queste banchine così deserte stimoleranno matematicamente l’interesse di chi vorrà introdurre un’industria per la costruzione delle pale eoliche offshore», ha affermato, mostrando fiducia nelle potenzialità future del porto, anche se ha ribadito che i 200 posti di lavoro che sarebbero stati creati dal progetto Becker Hughes non torneranno più. Ha spiegato chiaramente che, fin dalle prime fasi, era noto che l’area designata per l’investimento non sarebbe stata l’area retroportuale. «Il sindaco è stato qua la prima volta, il progetto l’ha visto».
Un investimento senza impatto sulle altre attività portuali
Agostinelli ha sottolineato che il progetto non avrebbe interferito con le altre attività portuali e che avrebbe portato notevoli vantaggi in termini di posti di lavoro e indotto economico per la regione. Inoltre, ha spiegato che l’investimento avrebbe rappresentato un’alternativa sostenibile rispetto alle classiche attività portuali di carico e scarico di merci, come carbone o cemento. «Questa era una fabbrica all’interno del porto, tra l’altro sostenibilissima, quindi avremmo guadagnato rispetto a un’attività classica portuale», ha detto Agostinelli.
Le possibilità di proseguire e la decisione della ditta
Rispondendo a una domanda sulla possibilità di procedere comunque con l’investimento nonostante l’opposizione politica, Agostinelli ha confermato che c’era la possibilità di andare avanti. Ha raccontato di un incontro con gli avvocati di Becker Hughes nella sede dell’Avvocatura Distrettuale dello Stato a Catanzaro, dove è stata discussa la questione. Agostinelli ha elogiato la correttezza della società, che ha scelto di non andare contro la volontà della comunità locale: «Se la comunità territoriale non ci vuole, noi ce ne andiamo». Secondo Agostinelli, c’era anche la possibilità di proseguire legalmente, sebbene ciò avrebbe potuto prolungare la situazione per anni, con la possibilità di ricorsi e complicazioni burocratiche. Tuttavia, la società ha preferito evitare di forzare la mano, dimostrando un atteggiamento responsabile e rispettoso verso il territorio. A questo punto anche il consiglio comunale del 24 ottobre si rivelerà inutile. E, ad ogni modo, Agostinelli ha lasciato intendere che Stasi avrebbe assunto la logica dei due pesi e delle due misure riguardo alla presenza dei manufatti abusivi e di fabbricati sprovvisti di conformità urbanistica ivi incluso la sede dell’autorità portuale. Per la baker occorre la conformità e per il resto no?