In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, l’Associazione Mondiversi ETS ha organizzato una mostra che ha trovato spazio nel suggestivo Castello Ducale di Corigliano Rossano. L’iniziativa ha avuto come obiettivo principale quello di sensibilizzare la comunità sulla violenza di genere attraverso l’arte, coinvolgendo in particolare i giovani, che hanno partecipato attivamente con le loro opere. La mostra, dal titolo simbolico “Donna”, ha rappresentato un’occasione unica per riflettere su una delle piaghe sociali più gravi dei nostri tempi. L’esposizione è stata inaugurata oggi 25 novembre, giorno scelto a livello internazionale per ricordare le vittime di violenza, e ha visto una grande affluenza di visitatori, attratti non solo dalla bellezza delle opere, ma anche dal messaggio di denuncia che esse veicolano.
La forza dell’arte come veicolo di cambiamento
L’evento ha avuto un impatto emotivo notevole, con opere che hanno parlato direttamente alla coscienza del pubblico, mostrando i diversi aspetti della violenza contro le donne, dalle sue radici culturali alla sua manifestazione fisica e psicologica. Tra le tante creazioni esposte, si sono distinti i lavori realizzati dagli studenti delle scuole locali, che hanno utilizzato vari linguaggi artistici, dalla pittura alla scultura, per esprimere il loro rispetto per la figura femminile e il loro rifiuto della violenza. L’iniziativa ha coinvolto anche la partecipazione dei parchi archeologici di Crotone e Sibari, della Regione Calabria, del Comune di Corigliano Rossano e della Chiesa Valdese, che hanno dato il loro sostegno a questa importante causa. La collaborazione tra istituzioni e associazioni locali ha contribuito a rafforzare il messaggio di un’azione collettiva contro la violenza. Tra le creazioni più significative, è emersa un’opera simbolo della rinascita: una figura femminile con le ferite coperte da cerotti, da cui sbucano fiori. Questa rappresentazione, oltre a simboleggiare la sofferenza e la guarigione, è anche un invito alla speranza, mostrando la forza delle donne che riescono a liberarsi dalla violenza e a rinascere. Come hanno sottolineato gli organizzatori dell’evento, «la prevenzione e l’educazione devono coinvolgere non solo gli uomini, ma anche le donne», un messaggio che invita a riflettere sulla necessità di un cambiamento culturale che veda ognuno di noi come parte attiva nella lotta contro la violenza di genere.
Le dichiarazioni delle autorità
Marinella Grillo, assessore alle politiche sociali, ha sottolineato l’importanza di iniziative come queste per sensibilizzare le nuove generazioni: «La mostra rappresenta un momento di riflessione, ma anche di azione. È fondamentale che le scuole e le famiglie siano coinvolte in questa battaglia per eliminare stereotipi di genere e costruire una società più equa». Tra gli interventi più incisivi, quello del tenente colonnello Marco Filippi, comandante del Reparto Territoriale dei Carabinieri di Corigliano Rossano, che ha portato all’attenzione il problema della violenza di genere a livello locale. Filippi ha descritto la situazione preoccupante della città, con numerosi casi di violenza registrati quotidianamente, e ha fatto un appello alla responsabilità collettiva: «Ogni cittadino ha il dovere di segnalare ogni situazione sospetta. Non possiamo ignorare il problema. Solo lavorando insieme possiamo costruire una comunità più sicura e consapevole». Il tenente colonnello ha raccontato un episodio recente in cui una giovane ragazza ha avuto il coraggio di chiedere aiuto, salvando così la vita di sé stessa e di altre persone. Questo esempio ha messo in evidenza l’importanza di una collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine, un invito a non restare mai indifferenti di fronte a situazioni di abuso. A prendere la parola durante l’evento è stata Sonia Leonino, psicologa del Centro Antiviolenza Fabiana, che ha raccontato la genesi della mostra, sottolineando la straordinaria partecipazione dei giovani: «Abbiamo ricevuto ben 85 opere da parte dei ragazzi, un numero incredibile. La selezione non è stata facile, ma abbiamo deciso di esporre ben 35 lavori. Ogni pezzo è un messaggio forte e toccante sulla non violenza e sul rispetto per la donna». Leonino ha poi evidenziato come il percorso della mostra non si sia concluso con l’evento del 25 novembre, ma proseguirà fino al prossimo 8 marzo, con una cerimonia di premiazione delle opere migliori. La giornata ha visto anche l’intervento di Anna Lauria, presidente dell’Associazione Mondiversi che ha dichiarato: «La violenza di genere non è solo un problema sociale, ma una sfida culturale che richiede l’impegno di tutti. L’arte è un potente mezzo di comunicazione che aiuta a sensibilizzare e cambiare la mentalità della società».
La chiusura dell’evento e l’asta di beneficenza
La mostra si concluderà simbolicamente l’8 marzo, in occasione della Giornata internazionale della donna, presso il parco archeologico di Sibari. In questa sede verranno premiate le tre opere migliori e si terrà un’asta di beneficenza i cui proventi saranno destinati a finanziare i progetti di supporto alle vittime di violenza gestiti dall’Associazione Mondiversi. L’iniziativa si inserisce in un percorso più ampio di sensibilizzazione che ha coinvolto scuole, famiglie e istituzioni locali, con l’obiettivo di creare un movimento che promuova il rispetto per le donne e la lotta contro ogni forma di violenza. La forza dell’arte e l’impegno delle nuove generazioni sono un segnale chiaro: solo attraverso un impegno collettivo e continuo sarà possibile costruire una società più giusta e priva di violenza.