Trebisacce. La Chiesa in uscita visita gli ammalati e porta conforto a chi è in sofferenza

Trebisacce “Ero malato e mi avete visitato”. Con l’avvicinarsi del Santo Natale, rispondendo all’insegnamento che viene dal Vangelo, la “Chiesa in uscita”, come la vuole Papa Francesco, esce dagli abituali luoghi di culto e abbraccia chi è in sofferenza portando conforto e speranza ai malati. Lo farà domenica 22 dicembre il Vescovo don Francesco Savino recandosi in visita pastorale a Roseto Capo Spulico per visitare e confortare gli ospiti di “Villa Azzurra” e lo hanno fatto oggi, 21 dicembre, i Parroci della Chiesa “Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria” don Pasquale Zipparri e don Nicola Cataldi che, con il sostegno ideale di tutta la comunità parrocchiale, si sono recati presso il “Chidichimo” nella cui bella Cappella (nella foto) hanno concelebrato una Santa Messa animata dal coro polifonico parrocchiale e affollata di medici, infermieri, socio-sanitari e Volontari della Misericordia e dell’Unitalsi che don Pasquale ha ringraziato per la premura e la professionalità del servizio che presta ciascuno di loro e subito dopo si sono recati al capezzale degli ammalati della Lungodegenza regalando a ciascuno di loro, insieme a riproduzioni in gesso di Gesù Bambino realizzate in Parrocchia, parole di sollievo spirituale e di speranza. La stessa speranza condivisa da don Pasquale Zipparri che, nella sua omelia, dopo averi rongraziato tutti per la presenza, si è augurato che quanto prima la bella struttura del “Chidichimo” possa essere potenziato e tornare ad essere, come un tempo, un Ospedale “per acuti” pieno di contenuti e di servizi sanitari. La Cappella presente in ogni Ospedale è espressione della premura della Chiesa verso chi soffre ed ha lo scopo di aiutare il processo di guarigione, curando le ferite che la malattia produce non solo nel fisico ma anche nella psiche, nella spiritualità e nelle relazioni umane. La degenza in Ospedale infatti costringe a vivere un momento particolare della vita, separati spesso dai propri cari, dalla propria casa, dal lavoro, dalle occupazioni ordinarie e dai propri abituali punti di riferimento. Ricevere sul posto l’Eucarestia insieme alla dolcezza di un incontro e un sorriso che possa contrastare la sofferenza e la solitudine, è il dono più prezioso che ogni ammalato possa ricevere in occasione del Santo Natale che è festa di amore, di calore umano e di condivisione.

Pino La Rocca

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