In una nota stampa la Coldiretti della Calabria sostiene che «i cinghiali continuano ad essere un problema da risolvere. La lettera di richiesta della Coldiretti all’Ambito Territoriale di Caccia Cosenza 3 di attivare il piano di selezione di animali selvatici, in particolare cinghiali – prosegue la nota – risale al 5 settembre. Una istanza dettagliata: l’attivazione in tempi brevissimi dei sele-controllori così come previsto dal decreto regionale 9419 del 4 agosto 2016 e la precisa indicazione dei Comuni di Parenti, Rogliano, Aprigliano, Paterno Calabro e Grimaldi e le relative località che stavano subendo gravi danni alle colture agricole.
Una indicazione concreta che trovava riscontro in innumerevoli episodi con campi e raccolti distrutti e una costante minaccia per i cittadini. L’Atc CS3 con una lettera indirizzata ai dirigenti dell’assessorato, al gabinetto del presidente della giunta e alla Coldiretti di Cosenza, risponde che nelle zone segnalate non risultavano pervenute richieste eccessive di danni, poiché, continua la lettera, il basso fiume Savuto è una vastissima zona e attuare la caccia di selezione alla vigilia dell’apertura della caccia significava aprire la stagione in anticipo. Questi i fatti».
«Dall’inizio di settembre ad oggi – afferma Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – i cinghiali hanno continuato ad imperversare e verrebbe da chiedersi: adesso chi li paga i danni? Lungaggini, sottovalutazioni e incertezze che hanno messo la Calabria sotto scacco dei cinghiali. Attuare una pianificazione immediata e di emergenza poteva invece ridurre i danni agli agricoltori e paure e incidenti vari in generale alle comunità».