Perché il comune, vista la carenza di alloggi, non ha messo a disposizioni degli immigrati i suoi beni immobili ad uso pubblico per destinazione ? E’ la domanda, abbastanza provocatoria, che il Coordinatore del movimento civico Corigliano Centro storico, Giorgio Luzzi, lancia nei confronti dell’attuale esecutivo Geraci. Luzzi parte da quanto sta accadendo in questi giorni con la ricerca da parte di alcune associazioni di alloggi dove ospitare i minori migranti non accompagnati. E dopo avere proposto una serie di immobili, che a giudizio di Luzzi sarebbero di proprietà comunale, il Coordinatore del movimento afferma: “Buona parte di questi immobili purtroppo per disinteresse delle amministrazioni succedutesi al comune, non sono in buone condizioni, senza contare quelli occupati abusivamente, ma la cosa più scandalosa è che il comune, proprietario di tali immobili, non ha il titolo di proprietà e se c’è l’ha, non l’ha fatto mai valere, esigendo come dovuto un regolare canone di affitto dagli occupanti. Sono immobili, composti da più vani. Questo disinteresse – aggiunge Luzzi – dimostra ancora una volta, se c’è ne era bisogno la ennesima occasione persa dal comune, una occasione ghiotta, servita su un piatto d’oro che poteva essere sfruttata già da tempo per restaurarli con incentivi europei ed oggi metterli a disposizione, non certamente gratis delle tante associazioni e cooperative. Prima di riempirci la bocca di parole come: solidarietà, integrazione, emarginazione, accoglienza, razzismo, intolleranza verso lo straniero, cerchiamo di interessarci di quei tanti nostri concittadini veramente bisognosi. Si eviti di usare il fenomeno immigrazione per meri e deplorevoli motivi e scopi politici. Se veramente i politici tengono a cuore il tema immigrazione, e non è una provocazione, accogliessero gli immigrati veramente bisognosi, nelle loro prime, seconde, terze case, o nelle loro belle ville. Lo stesso discorso, vale anche per la chiesa, li accolga nei loro beni immobili coriglianesi. Se qualcuno mi accusa di essere razzista, lo fa in malafede, comunque non ne faccio una tragedia! D’altronde, lo diceva anche il nostro Santo Patrono, San Francesco: Prima charitas, dopo carità.
Fonte: La Provincia di Cosenza