Dichiarata l’ intervenuta prescrizione nell’ambito del procedimento nato in seguito alla sparizione di una bara di un neonato dal cimitero cittadino di Corigliano. A distanza di nove anni dall’avvio, la triste vicenda si conclude così. Con l’amarezza di due genitori che ancora oggi non sanno che fine ha fatto il loculo che contiene il corpicino del proprio figlioletto, deceduto dopo appena un mese di vita nel 1998. La bara sparì nel nulla nel 2007 nel corso dei lavori di ammodernamento del cimitero, in un lasso di tempo inferiore a quello previsto per le esumazioni.
A dar vita alla vicenda giudiziaria furono proprio i genitori del piccolo, costituitisi parte civile e difesi dagli avvocati Giovanni Zagarese e Gaetano Monte, che, con la loro denuncia, avevano dato il via all’attività investigativa dei carabinieri sfociata nel procedimento penale. Una storia che ha dell’assurdo, e che accanto alla mera vicenda giudiziaria, ancora oggi non fa registrare alcuno sviluppo sulla sorte di quella piccola bara bianca zincata su cui i genitori non possono più versare una lacrima o deporre un fiore.
Nella giornata di ieri, il Tribunale di Castrovillari ha dichiarato l’intervenuta prescrizione per i tre soggetti coinvolti: Francesco Favaro, responsabile settore manutentivo primo servizio; Giuseppe Ritacco, responsabile del cimitero; Angelo Palma, responsabile settore manutentivo. I tre, difesi dall’avvocato Antonietta Pizza, erano accusati a vario titolo di violazione di sepolcro e distruzione di cadavere.