SIBARITIDE Si tenta di fare piena luce sulla vicenda che ha coinvolto i due giovani F.B. e F.A. di Cassano accusati di essere i responsabili della morte di Pietro Armentano. Nelle ultime, davanti al GUP del Tribunale di Castrovillari erano presenti gli imputati e i familiari della vittima assistiti dagli avvocati Raffaele e Provino Meles. Sia la moglie dell’Armentano che la figlia si sono costituite parte civile avanzando le relative richieste risarcitorie. Gli imputati avevano richiesto di aderire al rito abbreviato condizionato all’acquisizione di una relazione tecnica di parte, ma, su tale punto si è subito sollevata la contestazione degli avvocati Meles i quali hanno fatto rilevare che tale pretesa, non era finalizzata ad integrare quanto stabilito dal medico legale nominato da Giudice, bensì, tesa a modificare ed a stravolgere quanto già accertato dal Consulente in sede di autopsia. Ad ogni modo, su espressa richiesta della difesa, di potere visionare tale consulenza, quest’ultima non era stata né mostrata, tantomeno allegata ai documenti. Immediata la decisione del Giudice di non ammettere gli imputati al rito abbreviato subordinato, ma a quello semplice. Prima del termine dell’udienza ha chiesto la parola l’Avvocato Raffaele Meles il quale ha sollecitato la Procura della Repubblica di modificare il capo di imputazione, poiché, dopo il deposito dell’autopsia, sarebbero state chiarite in maniera inequivocabile le modalità che hanno portato alla morte dell’Armantano, le quali, inquadrerebbero la condotta tenuta dagli imputati, nella fattispecie dell’omicidio volontario e non in quella dell’omicidio preterintenzionale. I fatti risalgono al maggio scorso, quando Armentano sorpreso a sottrarre del gasolio sarebbe stato inseguito e raggiunto e poi colpito da svariati colpi inferti in direzione del cranio. Udienza a febbraio.