Si pensa al nuovo ospedale, ma, intanto, negli ospedali di Corigliano e Rossano (il famoso ospedale “Spoke”) il diritto alla salute e a una buona sanità viene spesso e volentieri calpestato. Quando va bene. Perché, quando va male, anzi malissimo, qui si muore. Come nel caso del compianto Giuseppe Orlando, 53enne rossanese, deceduto nei giorni scorsi per un infarto mentre era al pronto soccorso del “Giannettasio” di Rossano. Il giorno dopo, a Corigliano, veniva presentato il progetto definitivo del nuovo ospedale della Sibaritide. Decine e decine di milioni di euro (si parla di un totale di circa 80 milioni) per costruire una nuova struttura in una zona a alta vocazione agricola, peraltro. Quale contrada Insiti di Corigliano. Al confine con Rossano. Ben venga il nuovo ospedale. Ci mancherebbe altro. Ma in attesa che venga costruito (i termini di legge parlano di circa tre anni dall’inizio dei lavori, previsto per fine marzo 2017), gli ospedali che ci dovranno garantire salute e sicurezza, che fine faranno? Vi si continuerà a morire per un infarto, come nel caso del “povero” signor Orlando? O ci si darà una regolata e si cercheranno di mettere le basi reali per una reale sicurezza? Ai pronto soccorso di Corigliano e Rossano mancano medici, innanzitutto. Mancano infermieri. Manca personale ausiliario. Franco Pacenza e Mario Oliverio hanno assicurato che nel 2017 si procederà a bandire nuovi concorsi per reperire il personale mancante. Lo speriamo davvero. Perché, con tutto il rispetto, non ci si può recare al pronto soccorso e deve essere una guardia giurata a dirti “Che ha? che si sente? Aspetti qui ché adesso comunico ai medici”. No, con tutto il rispetto, ripeto, non può funzionare così. E comunque, al di là di questo non indifferente dettaglio, mancano non soltanto uomini, ma anche mezzi. Si da il caso che la nuova risonanza magnetica portata a Rossano è da almeno due anni ferma bella e impacchettata. Non è stata ancora messa in funzione per “problemi burocratici”. Che Pacenza ha promesso di risolvere il prima possibile. Allora, cari nostri politici: non era meglio, spendendo certamente meno milioni, comprare attrezzature e assumere personale per adeguare gli ospedali esistenti a livelli accettabili di assistenza? Ma di cosa parliamo, se qui si muore per un infarto? La sanità, anche in questo territorio, è stata divorata da politici e affaristi. Da gente senza scrupoli. Che in cambio di chiusure di reparti ha ottenuto incarichi e “promozioni”. Il nuovo ospedale non sia terreno di spartizioni politiche. Non sia oggetto di promesse mai mantenute. Il nuovo ospedale (gran bel progetto) lo si faccia al più presto, a questo punto. Senza perdere tempo. Ma nel frattempo si facciano funzionare i due ospedali di Corigliano e Rossano così come dovrebbe essere. Troppe cose non funzionano. Troppa malasanità persiste accanto a quella buona. Basta più morti. Basta con l’emigrazione sanitaria. E che non siano slogan con i quali fare la bella faccia davanti alle platee. Qui il diritto alla salute non esiste più. E questo lo dovete sapere.