Per le elezioni provinciali di Cosenza si scaldano i motori. Si vota domenica 29 gennaio. Ma si tratta, è bene ricordarlo, di elezioni di secondo grado. Che significa? Che non votano i cittadini. Bensì i Sindaci e i consiglieri comunali di tutti i 155 Comuni della Provincia. Per eleggere il Presidente e i i sedici consiglieri provinciali. Il Presidente sappiamo già chi sarà. Franco Iacucci, consigliere uscente, nonché Sindaco di Aiello Calabro. Unico candidato, dopo l’esclusione del candidato del centrodestra De Caprio. Iacucci, uomo perbene e politico diligente, si ritroverà, quindi, a guidare una delle Province più grandi di tutta Italia. Provincia che, anche questo è risaputo, ha poco da gestire. O meglio: avrebbe tanto da gestire, ma le risorse a disposizione sono insufficienti e inadeguate alla mole di servizi che l’Ente dovrebbe assicurare in un certo modo in ambiti come le infrastrutture scolastiche e la manutenzione delle strade. Al di là di questo dato, ritorniamo al Consiglio provinciale. Che vede attualmente tre consiglieri uscenti di questo territorio. Per l’area urbana Corigliano-Rossano passato il rammarico della mancata presentazione del candidato a Presidente, è il momento di pensare a eleggere quanti più consiglieri possibili. Per cercare di avere quel “maggior peso” politico necessario utile a un territorio ormai portato letteralmente sul lastrico. Tra Corigliano e Rossano sono ben dieci i consiglieri comunali che si sono candidati per uno scranno alla Provincia. Saremo in grado di eleggerne qualcuno? A conti fatti, si potrebbe puntare a designarne quasi la metà. Ma a patto che ci sia quell’unità d’intenti necessaria ad puntare sugli stessi candidati. Invece si parla d’altro. Ci sono molti consiglieri comunali di Rossano e Corigliano che voteranno per candidati consiglieri espressione di altri territori. Anche del cosentino. Allora, parlandoci sempre con la solita franchezza: di cosa ci vogliamo lamentare? Con quale coraggio taluni personaggi, che definire politici è una bestemmia, poi si permettono di parlare di questo territorio? Proprio loro. I quali al primo squillo di telefonino che giunge dalla segreteria di partito provinciale rispondo “sissignore” e senza fare domande obbediscono. Il ruolo di un consigliere, che sia comunale, provinciale, regionale o altro, è di una delicatezza estrema. Ruolo delegittimato da comportamenti e azioni. Dunque, ancora si fa in tempo. Almeno per cercare di recuperare quel pizzico di dignità perduta: ci si metta d’accordo e si faccia fronte comune. Questa volta si, in maniera bipartisan. La giusta rappresentanza in Consiglio provinciale è fondamentale.