Sulle ultime elezioni provinciali l’amarezza e la delusione dell’Alto e Basso Jonio cosentino è palpabile. Tra i sedici consiglieri soltanto uno è della zona: il consigliere comunale di Rossano, Vincenzo Scarcello. Dal Basso Jonio l’amarezza è più che evidente. E interviene il Sindaco di Cariati, Filomena Greco. «Questa zona della regione così ricca di storia e di risorse, eppure così spesso abbandonata a se stessa, ha eletto solo un consigliere, Vincenzo Scarcello, al quale vanno le mie congratulazioni. Sono contenta anche per i consensi ottenuti da Francesco Cosentino: e voglio ringraziare tutti quelli che l’hanno votato, alcuni anche fuori dal Basso Jonio. Tuttavia, sono convinta che come territorio avremmo potuto fare molto meglio». E ha ragione. Le divisioni e il servilismo cosentino ancora una volta hanno prevalso. Il Sindaco di Cariati fa comunque gli auguri al Presidente Franco Iacucci: «La passione con cui Franco Iacucci ha condotto la propria campagna elettorale, durante la quale non si è risparmiato e si è molto impegnato per l’ascolto del territorio, nonostante avesse la vittoria in tasca, è lodevole. A lui faccio i miei complimenti e un forte augurio di buon lavoro». Greco invita, quindi, a una riflessione: «Da una veloce e semplicistica analisi del voto, mi pare che avremmo potuto avere una più alta rappresentanza. I voti totali di tutti i comuni della Sila Greca sono 10.722. Tutti i candidati della Sila Greca, complessivamente, hanno ottenuto poco più di 7 mila voti. Questo significa che, senza tenere in considerazione quanti del Basso Jonio hanno votato per i candidati di altre zone della provincia, con gli oltre 3600 voti mancanti avremmo potuto avere alla Provincia almeno altri due rappresentanti del territorio. Con il sindaco di Mirto Antonio Russo e con il presidente del consiglio di Cariati Francesco Cosentino alla Provincia questa zona della Calabria ne avrebbe di certo tratto beneficio. E si sta prendendo in considerazione solo i più votati e, purtroppo, non eletti». Poi l’analisi va nel profondo. E fa presente come nei mesi scorsi i 14 Comuni della Sila Greca si erano detti propensi a adottare una delibera di giunta per un’azione politica più incisiva. Risposte? Poche. Così solo sei Comuni hanno formato “Sila Greca-Terra Brettia”. Con un proprio regolamento, aperto all’auspicato ingresso degli altri otto Comuni». Cosa significa questo? Mancanza di unità. Mancanza di una politica comune. In cui si è inserita, come al solito, benissimo la direttrice bruzia. Infine, conclude la Greco: «Credo che dovremmo tutti riflettere sul futuro. Se vogliamo uscire da questa condizione di emarginazione, a mio avviso non possiamo aspettare oltre. E di certo, non possiamo aspettare che venga qualcuno dall’esterno a risollevare le nostre sorti. Ma sarà difficile riuscirci se continuiamo a votare chi neanche conosce questa parte della Calabria: una zona meravigliosa, piena di problemi, ma che ha anche uno straordinario potenziale ancora quasi del tutto inespresso». Finché questo territorio sarà preda di arrivismo e invidie varie, i traguardi resteranno soltanto delle chimere.