Si chiama “Una rete arcobaleno” il progetto presentato e successivamente finanziato dal Miur (il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) dall’Istituto comprensivo Leonetti di Schiavonea e che interessa gli stranieri minori non accompagnati.
Il progetto s’inquadra in un percorso delineato da attori istituzionali e sociali presenti nel territorio e operanti nel settore della formazione e dell’educazione, dell’accoglienza/integrazione/inclusione e della cooperazione.
“Per la realizzazione dell’importante progetto – spiega Susanna Capalbo dirigente dell’Ic Leonetti – è stata costituita una vera e propria “rete” di cooperazione che prevede una comunione d’intenti fra tre Istituti scolastici (l’Istituto Comprensivo “P. Leonetti Senior” (capofila) e l’Istituto Comprensivo “Erodoto” di Corigliano; il CPIA di Cosenza); Associazioni no-profit, di volontariato e di formazione (Le Associazioni “MDC”, “Education e Training “e la Fondazione “John Dewey” di Cosenza; le Associazioni “Tendiamo le mani” e “Michea” di Corigliano Calabro).
Alla base della proposta progettuale – afferma ancora la dirigente Susanna Capalbo – vi è la convinzione dell’importanza di una “rete di attori”, radicati nel territorio, che potesse identificare problemi, bisogni e domande da tradurre in percorsi e progetti concreti in favore di soggetti minori non accompagnati”.
Presupposto fondamentale nelle politiche dell’accoglienza è la tempestività degli interventi.
“E’ nei giorni immediatamente successivi agli sbarchi – spiega ancora la dirigente dell’Ic Leonetti, Susanna Capalbo – che si gioca tutto: la possibilità di aiutarli e integrarli, evitando che fuggano, a proprio rischio o, peggio ancora, che finiscano preda di traffici illegali, nella prostituzione, nella devianza o nel reclutamento da parte della criminalità organizzata”.
Gli obiettivi principali che questo progetto si propone di raggiungere sono: Azioni di Accoglienza/integrazione/inclusione; affiancati da un adeguato sostegno psicologico, finalizzato a promuovere o far emergere competenze di resilienza, in bambini e ragazzi, precocemente costretti a “diventare adulti”.