Yugoslavia 1° marzo 1942, il comando dell’Armata italiana in Slovenia e Dalmazia inviò a tutti i sottoposti la famosa Circolare 3C, a firma del Gen. Mario Robotti (XI Corpo d’Armata) e l’alto Commissario per la Provincia di Lubiana Emilio Grazioli: “…internare a titolo protettivo, precauzionale e repressivo, individui, famiglie, categorie di individui delle città e delle campagne e, se occorre, intere popolazioni di villaggi e zone rurali…compresi i ceti più elevati…”.
Italiani brava gente ? Tutto falso. Aprile 1941, l’Italia fascista si impadroniva di Lubiana, Ragusa (attuale Dubrovnik) e Montenegro. “Mettiamoci bene in testa che questa gente non ci amerà mai…quindi nessuno scrupolo…annientamento di uomini e cose…”, le testuali parole d’ordine del Duce ai capi militari. In circa due anni e mezzo di occupazione furono uccise 12.000 persone (7.000 nei lager), 40.000 deportati, intere località distrutte: Arbe, Gonars, Cairo Montenotte, Pothum, Sdrussina ed altre centinaia di contrade e villaggi.
Stracciate e calpestate tutte le convenzioni e diritti umanitari universali. Il Colonnello Annibale Gallo, capo di Stato Maggiore IX Corpo d’Armata:“…avvertire ancora i medici che le cure prestate ai ribelli comporta la pena di morte…”. Fonogramma P.P. 59 del 12 luglio 1943 del Colonnello Sordi al Comando Divisione Isonzo: “…prego disponete intervento aereo 144-CM-9 su Sapoota dove è stato segnalato un ospedale di briganti comunisti…”.
Insomma, un genocidio che in Italia si vorrebbe dimenticare ma che in Slovenia ancora sgorga sangue nelle ferite mai rimarginate.
Pura e reale ipocrisia pseudo-nazionalista, dunque, strapparsi i capelli nel ricordare le Foibe senza una onesta e dovuta ricognizione dei reali e tragici avvenimenti che coinvolgono, esclusivamente, le responsabilità fasciste e naziste.
Il presente dovuto chiarimento a memoria delle vittime della guerra e dell’oppressione nazi-fascista, nel ricordo ed in onore del popolo e dei Partigiani del Comandante Tito vittoriosi sui carnefici italiani e tedeschi occupanti e traditori
Pietro Altavilla
del Comitato Federale P.C.I. – Cosenza
(fonte: comunicato stampa)