Fioccano perplessità sulla fusione. E più passa il tempo, più aumentano. Tra questi, gli uomini di Salvini secondo i quali il comune unico non può essere considerato la panacea di tutti i mali. “La fusione, che potrebbe essere un effetto della buona politica, pare sia diventata lo strumento principale che sostituisce la politica e renda fattibili tante idee, tanti progetti, l’attrazione di fondi privati, l’intercettazione di fondi pubblici, miglioramento della vita, del welfare, delle strade, dei marciapiedi, della riapertura di tribunali, ospedali e ferrovie, praticamente una bacchetta magica. Viene logico chiedersi: per migliorare lo stato delle cose, come già è successo in diversi periodi amministrativi della Città e come accade in altre realtà molto vicine a noi e che non abbiano di certo “apparentato” i comuni, vi pare ci sia stato bisogno della “fusione”?”. Egidio Perri coordinatore territoriale insiste su più fronti: “migliorare il livello della vita del popolo, dei cittadini senza porre la “fusione” come strumento utile al raggiungimento di tali obiettivi, perché non è possibile? C’è davvero tanto da lavorare, tanto lavoro da fare e non possiamo pensare che un’ipotetica fusione tra Comuni, ci possa consegnare la bacchetta magica e rendere tutto semplice e fattibile. Non potrebbe essere il contrario? Non potrebbe essere, inoltre, che ai problemi di una società già compromessa sotto diversi aspetti, si vadano a sommare le problematiche già presenti in quel Comune con il quale unirsi? Quindi si dovranno gestire problemi e situazioni “vecchie” con altre nuove? Sulla base delle esperienze e su quanto appena espresso, è il numero di abitanti che rende forte politicamente una città o la classe politica? Non ci sarebbe bisogno di una classe politica, forte e autorevole, preparata e organizzata, determinata e risoluta anziché di una fusione? Una classe politica con le caratteristiche citate potrà essere insostituibile, mentre una fusione poggiata e “fortificata” solo sui numeri degli abitanti, farà si che all’indomani possa nascere, con un’altra fusione, una realtà ancor più folta e nutrita, che spazzerebbe definitivamente ogni certezza che si pensasse raggiunta. Inequivocabilmente, quanto accaduto alle scorse elezioni Provinciali, dà un segno indelebile e tangibile in negativo, che il dialogo politico tra le due realtà dei Comuni di Rossano e Corigliano è venuto meno, perdendo un’altra occasione per dare più peso politico al territorio sibarita”.