Megalotto 3 della nuova S.S. 106: progettato in questo modo con il retro-pensiero di non realizzarlo? Se lo chiede il Comitato Civico dei cittadini dell’Alto Jonio dopo aver appreso che il ministero delle Infrastrutture ha ritirato la Delibera dal CIPE a seguito dei rilievi mossi dalla Corte dei Conti. Pur non conoscendo ancora la natura dei rilievi il Comitato Civico si dice comunque convinto che la bocciatura di quel progetto, privo delle necessarie coperture economiche e con il carico delle prescrizioni ambientali, culturali e tecniche, nonostante le vane “toppe” del Ministero delle Infrastrutture, era ampiamente prevista. «I problemi – si legge nella nota redatta dal Comitato Civico – sono nati tutti all’interno delle amministrazioni dello Stato, in applicazione di procedure previste da leggi dello Stato. A maggior ragione – visto l’epilogo – ci chiediamo a che cosa sia valsa l’ostinazione di portarlo avanti sebbene siano insorti mille ostacoli, se non alla precostituita volontà di non realizzare l’opera. In tal caso, saremmo stati presi in giro tutti: cittadini, proprietari, ambientalisti, amministrazioni locali, associazioni a favore e contro. Alla luce degli ultimi fatti, i casi sono soltanto due: o chi ha commissionato, progettato, assegnato, riprogettato e mandato avanti quel progetto è stato un gruppo di imperdonabili dilettanti allo sbaraglio, oppure – conclude il portavoce del Comitato – c’è una precisa regia nell’annunciare le opere con fini clientelari o di consenso, per non dotarle di risorse e, alla fine, per non farle». Smentendo poi quanti sostengono che il Comitato Civico sia pregiudizialmente contro l’opera, lo stesso conferma che l’opera è necessaria per questioni di sicurezza, per vincere l’isolamento e per tutte le sacrosante ragioni manifestate da tutti, ma la si può fare con una minore spesa, in tempi più brevi e con l’utilizzo della manovalanza locale. E a questo punto, secondo il Comitato Civico, la domanda sorge spontanea: «perché non realizzare, dove possibile, il raddoppio dell’esistente come è avvenuto in Puglia, in Basilicata e come sta avvenendo sulla S.S. 538 Sibari-Firmo? Con il raddoppio si economizzano risorse economiche si risparmiano importanti quote di territorio perché mezza strada sarebbe già tracciata e non da rottamare, la nuova metà si può affiancare nella prevalenza del percorso, salvi apposite gallerie in prossimità dei centri urbanizzati di Trebisacce, Amendolara e Roseto. Così la cementificazione sarebbe ridotta perché i viadotti sarebbero più bassi e si lascerebbe inalterata la fascia a monte, in gran parte protetta da vincoli ambientali e paesaggistici». Le altre soluzioni di cui si parla in questi giorni, secondo il Comitato Civico, oltre che essere impattanti sull’ambiente, non abbatterebbero i costi e quindi risulterebbero poco percorribili «anche perché – concludo quelli del Comitato Civico – l’intera opera non ha mai avuto, fin dall’inizio, la completa copertura economica, per cui si continua a cincischiare ed a menare un colpo al cerchio e uno alla botte pur di restare attaccati al magnifico progetto del 2013 che finora però è stato bocciato da tutti. Un progetto nel quale il vero bastonato è il territorio che verrebbe ulteriormente asservito e violentato».