«Dire che no, non ci stiamo. Che la violenza contro le donne deve essere combattuta, sconfitta. Che è arrivato il momento di riconoscere una reale uguaglianza alle donne, per fare in modo che gli uomini si abituino a non trattarle più come oggetti o come proprietà è importante, ma non basta più». Questo il parere di Filomena Greco, sindaca di Cariati, che ieri ha preso parte alla fiaccolata che si è tenuta a Cirò Marina per ricordare la giovanissima Antonella Lettieri, barbaramente uccisa la sera dell’8 marzo scorso.
«L’attenzione e la partecipazione di ieri – sottolinea Greco – sono state un segnale importante, che deve rappresentare un inizio però, non una parentesi».
A Cariati, ad esempio, è nato ormai da tempo ed è in espansione il Coordinamento Donne. Un gruppo energico, che vuole dare il proprio contributo per lo sviluppo politico-culturale del territorio. Ieri una parte di questa comunità, circa cinquanta donne, era presente al corteo.
UNITE PER FARE LA DIFFERENZA.
«Non c’è più tempo da perdere – ammonisce Greco – . Da sempre noi donne ci siamo rimboccate le maniche. Abbiamo combattuto per ottenere i sacrosanti diritti alla parità che ci spettano. Ora dobbiamo fare un passo in più: dobbiamo unirci, fare rete tra noi. Unite possiamo fare la differenza».
Poi spiega: «Sono convinta che sia proprio il rapporto tra donne uno degli aspetti cruciali nella battaglia per la conquista del rispetto e della parità. Sappiamo consolarci, ma non sappiamo spalleggiarci. Dicono di noi che entriamo in competizione e che da un certo punto in poi smettiamo di collaborare e ci facciamo la guerra. Forse ciò non è del tutto sbagliato. Gli uomini sanno coalizzarsi, fanno squadra. Noi no. E diventiamo più sole, più deboli. Perfino nelle lotte che condividiamo e che dovrebbero unirci».
L’appello di Filomena Greco è quindi chiaro ed è rivolto sì alle istituzioni, perché tengano alta l’attenzione, ma soprattutto alle donne, a tutte le donne: bisogna fare rete. «Le leggi da sole non bastano. Dobbiamo stare insieme per difenderci, per confrontarci, per creare spazi in cui condividere esperienze e far maturare nuove idee».
MAI PIU’ SOLE.
E sull’esperienza positiva del gruppo nato a Cariati, dice: «Come donna e come sindaca, questa organizzazione mi ha ridato speranza. In un’epoca in cui si rimane a casa anche se la società va allo sfascio, non si frequentano più le piazze, i partiti e le associazioni come si faceva un tempo, le donne possono determinare il cambiamento. Perché hanno ancora l’energia e la forza, hanno la speranza ed è qualcosa che hanno di innato. Sono madri: soprattutto a loro è affidato il compito di mandare avanti l’umanità. Io più di un anno fa – racconta – ho dato a queste donne l’input, insieme abbiamo fatto il resto. Una di loro mi ha confidato pochi giorni fa di avere ridato un senso alla sua vita grazie al gruppo. Sembra assurdo, ma è facile da capire. Si sente finalmente parte di qualcosa, può contare sulla collaborazione delle altre, può proporre un’idea e non si sente più sola. Insomma, la sua opinione conta – poi conclude – . Io voglio, come donna e come rappresentante di un’istituzione, continuare questo cammino che abbiamo intrapreso. Voglio che si allarghi, perché solo insieme possiamo smettere di essere vittime, perfino di noi stesse, e finalmente iniziare ad avere e pretendere rispetto per quello che siamo: persone».
(fonte: comunicato stampa)