Ancora in prima fila le giovani “Mamme a sostegno della buona nascita” residenti a Trebisacce e nell’Alto Jonio le quali, dopo aver dato vita ad altre iniziative organizzate di concerto con il locale Consultorio Familiare dell’Asp diretto dal dottor Nicola D’Angelo, hanno deciso di aderire alla proiezione, in contemporanea nazionale, della “Prima video-inchiesta” sulla donazione del “sangue cordonale” organizzata dal “Comitato per il Rispetto dei Diritti dei Neonati”. Si tratta di “un viaggio virtuale – riferiscono in una nota – attraverso l’Italia in compagnia delle tante figure coinvolte nella complessa realtà che accompagna il parto e che si occupa a vario titolo del sangue contenuto nel cordone ombelicale: madri, ostetriche, ginecologi, ricercatori, politici, magistrati, associazioni, pazienti…”.
Da qualche anno, secondo quanto riferiscono queste mamme, è stato dimostrato che il taglio ritardato del cordone ombelicale di appena qualche minuto (al contrario del taglio tempestivo nei primi secondi come avviene nella maggior parte dei casi) permette alla placenta di terminare la trasfusione del sangue neonatale, apportando al neonato quelle sostanze necessarie per affrontare i primi momenti di vita e, nel lungo periodo, di maturare al meglio alcune abilità psicomotorie. Dove finisce, ci si chiede, il sangue cordonale? Cosa c’è dietro? È su questo che la video-inchiesta vuole che si faccia luce stimolando il dibattito. Inoltre il video vuole avviare una riflessione sui limiti, salvo che si sia in presenza di malattie ereditarie, dell’efficacia della donazione del sangue cordonale sostenuta dal Ministero della Salute. L’appuntamento è per domani sera venerdì 7 aprile alle ore 17.00 in via Savoia, presso la sede dell’associazione culturale “Rizoma”.