CORIGLIANO La chiarezza, la trasparenza, la lealtà, il rispetto nei confronti dei coriglianesi, oggi più che mai, dovrebbero essere al centro dell’azione politica di chi vorrà scendere in campo per le future elezioni amministrative. E’ il decalogo che rivolge alla città, l’ennesimo ad onor del vero, il Coordinatore cittadino del Movimento Centro storico, Giorgio Luzzi.
“Guardare, sorvegliare e se è il caso punirli politicamente – afferma Luzzi – se il loro operato ha tradito le aspettative di cui si era fatto promessa. Il male ha da sempre occupato la scena politica locale, il suo atroce scempio ci accompagna, in quanto abbiamo politici, incapaci, improvvisati, arroganti, senza speranza di migliorare ed è per questo che ogni amministrazione comunale perisce, finisce la propria esperienza così sotto la scure della Commissione d’accesso di turno nonostante che a dettare le linee guida del comune sono professionisti esterni, pagati profumatamente. In questa realtà, – è l’amara constatazione di Luzzi – chi ha il coraggio di dire la verità paga dazio, chi dice il vero non potrà avere mai né riparo, né focolare e neppure patria, diviene l’uomo dell’erranza, l’uomo cattivo, mal sopportato. La politica deve divenire quella dottrina che riduce, elimina tutte le convenzioni inutili, tutte le opinioni superflue, per fare apparire la verità. Una forma di vita più concreta.
La politica e chi la rappresenta devono stabilire con lealtà un rapporto che non è di ornamento e di imitazione, ma di messa a nudo, di smascheramento, di rottura, di scavo, di discontinuità, di riduzione violenta alla dimensione elementare dell’esistenza, del reale, riscoprire il contatto con le piazze, con l’elettorato, con i suoi bisogni reali, non più concepiti come carne da macello per ingrassare il consenso. E’ nella politica coriglianese – prosegue il Coordinatore del Movimento Centro storico – che si concentrano in particolare falsità, menzogne ed inciuci, per questo bisogna fare emergere le forme più intense, più raccapriccianti, le più indicibili, le più ignobili, accettare il coraggio, il rischio anche di essere scoperti, di essere feriti e pagarne il prezzo. Io lo faccio da sempre e ne ho pagato il prezzo estremo, anzi lo pago tuttora e con me anche chi mi sta vicino. Vivere nell’incertezza, vivere con la spada di Damocle sopra sul collo per il pericolo costante di subire un accertamento prefettizio ci porta giustamente ad avere dubbi su tutto e su tutti, anche sul futuro di quei politici che vinceranno le prossime elezioni quando ci saranno, l’etichetta di un comune mafioso sotto il costante controllo della direzione antimafia per forza di cose non rende liberi di agire le prossime amministrazioni”.