Ho letto la richiesta di “risposta scritta” fatta dal Movimento Cinque Stelle di Corigliano Calabro ad Amerigo Minnicelli, al quale, sotto forma “interrogatorio inquisitorio”, viene chiesta una serie di giustificazioni del suo ruolo in seno al Comitato delle Associazioni pro fusione e gli vengono sollevati aspetti giuridico-amministrativi che a parere di MS5 sono abusivi ed arbitrari.
La società civile che ha condiviso l’idea della fusione tra i comuni di Corigliano Calabro e Rossano, si è organizzata in Comitato ed indicato nella persona di Amerigo Minnicelli il riferimento sia delle Associazioni aderenti e sia per l’organizzazione del lavoro propedeutico necessario. Il Comitato pro fusione, in seguito denominato “delle 100 Associazioni” (che oggi sono oltre 160 oltre i singoli cittadini che hanno aderito) ha iniziato a prendere atto del ruolo marginale nel quale la politica che conta (cosentina) ha ridotto questo nostro territorio e ad esaminare quindi le soluzioni per frenare e invertire questo stato di cose. Da tale disamina nasce l’idea della fusione dei due comuni contermini perché sono i più grandi e popolosi di questa area, insieme raggiungono una popolazione di circa 80 mila abitanti (Cosenza ha 67 mila abitanti), una dimensione demografica che permetterà di porre fine alla politica dell’ isolamento che a causa della sottrazione degli uffici e servizi ha reso povero questa nostra zona.
Le riunioni periodiche delle Associazioni e aderenti sono state convocate e coordinate dall’avv Minnicelli, il quale si è assunto anche l’onere dei contatti con le diverse istituzioni (Comuni, Regione, dirigenti dei ministeri del settore amministrativo). In tali riunioni, aperte a chiunque volesse partecipare, sono stati discussi percorsi di lavoro e fatte proposte, che si sono concluse con una “petizione” sottoscritta da tutti i presidenti e rappresentanti delle Associazioni.
Se gli amici di Cinque Stelle di Corigliano Calabro (movimento anche simpatico che ritengo possa essere da stimolo alla società e alla politica purchè lo faccia in modo serio e intellettualmente onesto) avessero partecipato all’attività del Comitato, alle riunioni –si ribadisce- aperte a tutti e mai precluse a nessuno che dal 2014 ad oggi sono state fatte, avrebbero certamente preso cognizione dell’attività e degli obiettivi, oltre che avere conoscenza delle leggi e norme che regolano i processi di fusione ed ai quali il Comitato si è attenuto.
Avrebbero preso atto che Minnicelli ha rappresentato e rappresenta il Comitato e in tale veste si muove, viene consultato, propone ed organizza perché delegato a tale compito.
Non avremmo raggiunto la fase della consultazione popolare (Referendum già fissato per il 22 ottobre 2017) se non ci fosse stato il Comitato. Non sarebbe esistito il Comitato se non ci fosse stato l’avv. Amerigo Minnicelli (–ovviamente insieme alle Associazioni e ad un nucleo fisso di lavoro -) a tenerlo in vita, efficiente ed efficace. Ovviamente tutto ciò non sarebbe stato possibile se i due Consigli Comunali non avessero fatta propria la “petizione” presentata dal Comitato e condiviso l’idea di procedere verso la fusione adottando formale atto deliberativo inviato in seguito alla Regione Calabria.
La mia non è una difesa d’ufficio, l’amico Minnicelli non ne ha bisogno, ma nella qualità di componente del Comitato ritengo di essere una testimonianza dell’enorme lavoro svolto in questi tre anni da lui e dagli altri componenti, sulla base della quale l’on. Giuseppe Graziano ha presentato la sua proposta di legge che ha accelerato l’intero iter.
Abbiamo fatto male il nostro lavoro, per di più volontario? Abbiamo abusato di che cosa e quando?
Il Movimento Cinque Stelle ribadisce quasi sempre che non è nè vuole diventare un Partito Politico, ma con l’esternazione fatta e con le interrogazioni a raffica alle quali chiede risposta, non solo si è comportato come un partito politico, non solo ha dimostrato di non conoscere la norme e le leggi che attengono al processo di fusione, ma non ha chiaro che il Comitato delle Associazioni è un movimento civico e non è una struttura pubblico-amministrativa.
Il Comitato non è una associazione a fini di lucro, E’ un punto di riferimento sul quale convergono le singole Associazioni locali di liberi cittadini, di artigiani, di professionisti, di imprenditori, di esercenti attività commerciali, e così di seguito, tutti che condividono l’idea di pervenire alla fusione. Per come si è costituito e per le funzioni di stimolo e organizzazione che svolge, il Comitato non deve avere un Regolamento, né uno Statuto, nè deve essere registrata (a quale registro?). Però è stato necessario costituirlo perché il percorso per pervenire alla fusione dei due comuni prevede la petizione da parte della società civile organizzata in “Comitato”.
Noi del Comitato, con Amerigo Minnicelli, tutti da volontari e sorretti dal solo impegno civile, abbiamo seguito e rispettato questo percorso, tenendo le porte aperte a tutti e accettando chiunque ha ritenuto dare consigli, fare proposte, obiettare sulle cose che non andavano.
Dell’impegno del Comitato e di chi ne ha coordinato l’attività, cioè dell’avv. Amerigo Minnicelli, né ha preso atto il Consiglio del Comune di Corigliano Calabro e di Rossano, ne ha preso atto la proposta regionale di fusione presentata dall’on,le Giuseppe Graziano, né ha preso atto la I^ Commissione Affari Regionali presieduta dall’On.le Franco Sergio, né ha preso atto il Consiglio della Regione Calabria che ha approvato ad unanimità ad approvare gli atti adottati dagli enti locali, né ha preso atto il Presidente della Regione on.le Mario Oliverio al quale la massima assise regionale ha delegato l’onere di fissare la data di indizione del “referendum”.
Il 22 ottobre di questo anno le due popolazioni saranno chiamate ad esprimersi sul processo di fusione, se l’esito sarà positivo per come ci auguriamo, si darà mano al progetto vero e proprio che dovrà reiscrivere l’impianto della futura città; saranno indicati gli obiettivi di crescita del territorio, indicate le arterie viarie ma soprattutto le arterie dello sviluppo del futuro comune unico; sarà reimpostata l’ubicazione degli uffici di interesse territoriale. Si darà la speranza del futuro ai giovani e a coloro che non vogliono abbandonare la loro terra che dovrà offrire le condizioni per restarvi.
I liberi cittadini che sono favorevoli a che lo stato comatoso nel quale le due popolazioni vivono si stanno organizzando in “Comitati per il SI”, se il MS5 è contrario a questo processo e vuole mantenere lo stato delle cose, è libero di organizzare il “Comitato per il NO”. Ognuno si assuma le proprie responsabilità, non ci sono scuse per inscenare battaglie personali o rivendicazioni.
Il lavoro del Comitato è un lavoro collettivo di collaborazione ed ognuno può vantarsi di volerci provare.