Maestranze e indotto. Sulla centrale Enel sembra essere caduta quella coltre fumosa che un po’ tutti si aspettavano. Ovvero: il nulla. Che fine ha fatto il progetto Futur-E? Sei erano state le proposte pervenute entro i termini stabiliti e poi ammesse. Tutte. Poi, però, con l’inizio del nuovo anno il silenzio più assoluto. L’Enel ha sempre aftto sapere di voler cedere definitivamente il sito. Ma chi sarebbe disposto ad acquistarlo? La stima per l’acquisto e la riconversione del sito si aggira intorno a un mucchio di milioni di euro. Cifre esorbitanti. Quale privato sarebbe disposto a investire così tanto in un sito senza un progetto ben definito? Eppure, tra le sei proposte ammesse dall’Enel, almeno un paio meritano una certa considerazione. Innanzitutto per le ricadute occupazionali. Ma anche, e questo è un aspetto non secondario, per quanto si potrebbe ricavare dalla dismissione della centrale stessa. Da calcoli non proprio definitivi, si è desunto che all’interno della centrale termoelettrica Enel di Rossano vi sia una quantità enorme di rame. Che dovrebbe essere recuperato durante la fase di demolizione del sito e poi rivenduto. Operazione, questa, che richiederebbe, insieme alla demolizione delle altre parti della centrale, una certa quantità di lavoro. Si parla di almeno cinque/dieci anni di lavoro per lo smantellamento. E poi ci sarebbero i lavori per la ricostruzione. Un sito turistico con annessi servizi alberghieri, ristorativi, centri benessere e fitness. Insomma, tutto ciò che riguarda la tradizionale offerta turistica di questo territorio. Sin dai tempi dell’antica Sibari, infatti, in queste zone si è sempre dedicata tanta attenzione alla cura del benessere del proprio coorpo. Ma ritorniamo a Futur-E. Che fine ha fatto l’Enel? Perché, dopo l’ammissione dei progetti, non si parla più di nulla? E i sindacati? Cosa fanno? Eclissati anche loro? Questa operazione sembra sempre più assumere i contorni della bufala. Aspettiamo, con ansia, che l’Enel ci smentisca. Ma ci crediamo poco. “Le proposte progettuali presentate saranno soggette ad una valutazione di idoneità tenendo conto dei criteri stabiliti nella Procedura, che mirano alla valorizzazione dei progetti innovativi e sostenibili dal punto di vista sociale, economico e ambientale, con particolare attenzione alle opportunità e alle esigenze della comunità locale”. Così si legge in una nota recente dell’Enel a proposito del concorso di idee sulla centrale di Rossano. “A seguito della selezione delle proposte progettuali Enel avvierà le negoziazioni con i soggetti che abbiano presentato le relative offerte vincolanti di acquisto al fine di pervenire alla cessione dell’area di Centrale”. Queste negoziazioni sono iniziate? L’Enel vuole dare conto o no ai cittadini, e soprattutto ai disoccupati di questo territorio sul punto in cui ci si trova nella valutazione definitiva dei progetti? Insomma, il silenzio non ci piace. E speriamo l’Enel lo abbia capito. Bisogna essere chiari. Perché c’è chi sulla riconversione della centrale c’ha creduto davvero. E non si possono mortificare le aspettative di centinaia di disoccupati e lavoratori che attualmente vivacchiano nell’indotto morente della centrale. L’Enel deve dire cosa vuole fare di questo sito. Che, fino a prova contraria, è ancora suo. Le Istituzioni, in primis Comune di Rossano e Regione Calabria, dal canto loro devono sollecitare la holding energetica affinché si dia una mossa nel fare il proprio dovere. E se c’è da supportare il miglior progetto tra le proposte selezionate dall’Enel, si faccia pure. Il project financing può essere una soluzione appetibile. Ciò che si deve evitare di fare è solo una cosa: continuare a tergiversare e vivacchiare nel limbo. Rossano non lo merita.