«Siamo stanchi, ma non rassegnati. Ormai manca tutto dalle nostre parti: questa fascia jonica non ha strade adeguate, non è servita da treni e l’unico aeroporto che c’era è stato chiuso. C’erano ospedali funzionanti che sono stati ridimensionati o addirittura chiusi, e quelli che sono rimasti aperti versano in condizioni inaccettabili. La situazione ormai non è più sostenibile. Non abbiamo intenzione di abdicare alla nostra dignità di cittadini italiani». Il Sindaco di Cariati, Filomena Greco, a un anno dalla sua elezione, continua a tenere alta l’attenzione sulle problematiche del Basso Jonio. Adesso è spazientita. Perché l’ennesima tragedia all’ospedale di Cariati non le va proprio giù. Si sono tenuti martedì, infatti, i funerali di una giovane 40enne, madre di quattro bambini. La donna, all’ottavo mese di gravidanza, è deceduta a seguito, pare, di un arresto cardiaco. E non ce l’ha fatta neanche la piccola che portava in grembo. Non sappiamo se con strutture sanitarie adeguate la donna e la piccola creatura si sarebbero salvate. Ma di certo quello che resta dell’ex ospedale civile “V. Cosentino” non può essere un vanto, come struttura. Anzi. «Si tratta dell’ennesima tragedia, dell’ennesimo furto di diritti a cui la popolazione di questo territorio deve soccombere – ha detto indignata Filomena Greco – . Siamo nauseati dall’incomprensibile noncuranza delle istituzioni. Non sappiamo se l’ospedale della Sibaritide verrà mai realizzato. Intanto, nel Basso Jonio cosentino si muore di disservizi. Ma ora basta! Altro che riduzione del punto di primo intervento. Noi vogliamo che venga riaperto l’ospedale Vittorio Cosentino, che venga allestito a Cariati un pronto soccorso efficiente e capace anche di sopperire all’aumento di popolazione che durante i mesi estivi si verifica sia a Cariati e che nei paesi limitrofi». Spirito battagliero. Come sempre. La bozza di atto aziendale dell’Asp di Cosenza prevede un ridimensionamento del ppi di Cariati. «Come se l’attuale carenza di servizi – prosegue il Primo cittadino – e di strutture non fosse già una realtà drammatica». L’assessore alla sanità Maria Elena Ciccopiedi rincara la “dose”: «Sembra evidente ormai che esiste una precisa volontà politica di abbandonare questo territorio. A febbraio scorso con la sindaca Greco abbiamo incontrato il commissario Scura per avere notizie sull’apertura della casa della salute di Cariati, per la realizzazione della quale dal dicembre 2015 sono stati stanziati oltre nove milioni di euro. Ma ad ora, purtroppo, non sono state neanche avviate le procedure preliminari per l’inizio dei lavori. In quello stesso incontro, avevamo chiesto anche un potenziamento del punto di pronto intervento. E ora, invece, ci ritroviamo a rischiare addirittura che vengano dimezzate le ore di apertura dello stesso. Anche la richiesta di spostare a Cariati settanta posti letto di una struttura privata, il cui parere è stato richiesto a fine marzo – continua l’Assessore – , risulta ancora oggi inevasa dalla Regione. In sostanza – conclude – , sembra che si agisca con ogni mezzo per impedire a questo territorio e a questa popolazione di vivere in condizioni dignitose». Da Cariati, scippata nel 2010 del suo ospedale, che serviva il vasto territorio del Basso Jonio e del cirotano, potrebbe partire la riscossa per riottenere quei servizi fondamentali, salute in primis, tagliati da Governi nazionali e regionali cinici e senza alcun senso del pudore. Qui la gente muore. Emigra. Chi resta arranca. Ma alla politica non importa nulla. Adesso la Greco annuncia batttaglia. Si scenderà anche in piazza, se necessario. Lo ha garantito.