Alluvione, oltre al danno la beffa e, poi, il nulla! Sono ancora visibili gli effetti della devastante alluvione dell’agosto 2015 che mise in ginocchio il territorio. E, a due anni di distanza, non vi sono stati interventi risolutivi alla base. Nel frattempo, tuttavia, giunge l’accelerata della magistratura che sull’accaduto aveva aperto un’indagine e si attende l’esito dell’inchiesta tesa ad appurare anche le eventuali responsabilità. L’Associazione “12 agosto 2015” apprende “con insperato stupore dai mezzi di informazione di una decisa – era ora, visto che sono passati quasi due anni – accelerata nel voler fare giustizia sulle attribuzioni di responsabilità da parte della Magistratura per gli ingenti danni arrecati dalla tremenda alluvione che colpì Rossano e Corigliano Calabro lo scorso 12 agosto 2015. Una giustizia che in realtà andrà a minare quella irresponsabilità istituzionale – almeno così speriamo – che ha generato una edilizia “facile” e una scarsa prevenzione a questi eventi sì straordinari, ma purtroppo sempre possibili e poco prevedibili. Ma come mai la Magistratura si è accorta solo ora, dopo due anni, e solo dopo un eclatante cataclisma, che anche i cittadini di questo Territorio hanno bisogno di giustizia? In ogni caso la scrivente Associazione, andando oltre rabbia e mortificazione, seppur logicamente legittime, è pronta a costituirsi parte civile in un eventuale procedimento contro gli artefici di questa aberrazione, cogliendo con plauso l’iniziativa decisa della Magistratura”. Si insiste intanto sulla prevenzione, che si chiede a gran voce “soprattutto all’Amministrazione, in quanto, in maniera obiettiva –evidenzia l’associazione – non sappiamo se un eventuale ripetersi di tale evento naturale creerebbe nuovamente una così spaventosa situazione di disagio, o addirittura peggio; occorre necessariamente una qualificata attività di ricognizione di argini e torrenti!”. La situazione attuale si presenta “grave” con “i vari fossi sbarrati da detriti di tutti i generi”. Ulteriore aspetto da non tralasciare è quello relativo alle conseguenze di natura economica, con una serie di interrogativi posti: “Ancora oggi chiediamo all’Amministrazione Comunale di sapere la raccolta fondi a favore degli alluvionati che fine ha fatto, perché il comune di Rossano non ha creato un fondo pro-alluvionati? Perché il comune non si è fatto promotore verso la regione per creare un fondo come è stato fatto in altre regioni? Perché non è stato alleggerito il carico fiscale comunale come sarebbe più opportuno o eliminato ai cittadini colpiti dall’alluvione per l’arco temporale necessario per poter riprendere una vita normale, così come è avvenuto in altre regioni d’Italia, come Liguria, Toscana o Emilia, per eventi naturali simili. Forse siamo figli di un dio minore? O per la superficialità degli amministratori? È mai possibile che alcuni cittadini si vedano costretti a pagare ingenti somme per la bolletta dell’acqua, presentata puntualmente dalla Soget, proprio a causa dei danni arrecati dall’alluvione e per il consequenziale utilizzo maggiore appunto dell’acqua per ripulire i loro spazi vitali come la propria casa? È mai possibile che gli alluvionati devono pagare la Tarsu e la Tari con le case alluvionate? Oltre al danno quindi non solo la beffa, ma davvero il nulla: questa gente non ha avuto giustizia, non avuto risarcimenti, ma soprattutto si ritrova a pagare una seconda volta l’irresponsabilità di qualcuno!. Tutto questo ad oggi – termina la nota dell’associazione – con la speranza però – riaccesa da questo “tintinnio” auspicato con l’azione della Magistratura – di questa gente nel vedersi restituito un presente ed un futuro legittimamente e legalmente più sicuro!”.