ALTO JONIO Prolungata siccità e ricorrenti crisi idriche: a chi tocca trovare nuove fonti di dotazione per gli acquedotti comunali? Cosa si può fare per evitare lo scaricabarile tra comuni e società di gestione dell’acqua? In realtà succede che la Sorical (la società regionale che gestisce gli acquedotti), in presenza della prolungata siccità primaverile che peraltro ha fatto seguito ad un inverno poco piovoso, ha avvisato i sindaci che, a causa della riduzione degli apporti naturali da parte dell’acquedotto dell’Eiano, che oltre a Cassano Jonio ed a Francavilla Marittima serve tutti i comuni costieri fino a Montegiordano, è costretta a ridurre proporzionalmente le dotazioni idriche ai singoli comuni. Alcuni sindaci, da parte loro, per parare il colpo, hanno avvisato le famiglie su possibili interruzioni o riduzioni idriche che potranno verificarsi durante la stagione estiva, invitando quindi i cittadini ad evitare consumi impropri ed a praticare un utilizzo parsimonioso dell’acqua. Uomo avvisato mezzo salvato, si direbbe! Ma non è proprio così, perché rimanere con i rubinetti asciutti proprio durante l’estate, quando cioè l’acqua diventa ancora più preziosa, comporta un disagio insopportabile. I tempi per fortuna sono infatti cambiati rispetto al passato e le esigenze di igiene familiare e personale sono maggiori. Oggi, tanto per fare un esempio, un operaio che lavora tutto il giorno, quando arriva a casa ha l’esigenza di farsi una doccia. E questo vale in particolare per i giovani di oggi che hanno esigenze ancora maggiori. Per non parlare delle pessime ricadute sull’industria del turismo che va a farsi benedire. D’estate dunque serve più acqua che negli altri periodi dell’anno cosicchè i disagi diventano veramente insopportabili e si fanno strada gli immancabili interrogativi. A chi tocca, si chiede il cittadino, fare nuovi acquedotti? Perché in Calabria non si fanno più acquedotti? Perché la Basilicata, che ha una andamento orografico uguale a quello calabrese, ha tanta acqua da dissetare oltre che se stessa anche la Puglia e parte della Calabria mentre la nostra Regione, che oltre a metà del Pollino ha anche la Sila e l’Aspromonte, fa finire a mare le acque provenienti dai monti? Perché molti comuni utilizzano l’acqua non proprio “minerale” proveniente per lo più da pozzi comunali mentre le acque sorgive finiscono a mare? Da quanto è dato sapere pare che la Sorical stia per cambiare assetto giuridico diventando “Autorità Idrica”, la speranza è che oltre a cambiare vestito, cambi anche la politica dell’acqua in Calabria e si faccia carico di costruire nuovi acquedotti.
(fonte: La Provincia di Cosenza)