Agnino, il cardiochirurgo di fama mondiale figlio dell’alto Jonio

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E’ originario di Castroregio e quindi figlio dell’Alto Jonio Cosentino il cardio-chirurgo di fama mondiale che ha scoperto una tecnica chirurgica innovativa attraverso la quale si esegue la riparazione della valvola mitrale escludendo l’apertura dello sterno umano. Si tratta del professor Alfonso Agnino, 48 anni, nato a Torino ma figlio di emigrati calabresi, Cardiochirurgo noto in Italia e nel mondo, già Primario dell’Ospedale “Sant’Anna” di Catanzaro e oggi Primario del Reparto di Cardiochirurgia Mininvasiva dell’Ospedale “Humanitas Gavazzeni” di Bergamo, un ospedale che, grazie anche alla presenza di Agnino, rappresenta un’autentica eccellenza nazionale nel settore della Cardiochirurgia. Originario di Castroregio e dunque un altro cervello dell’Alto Jonio esportato al Nord, come del resto il compianto dottor Guido Chidichimo di Alessandria del Carretto, anche lui Cardiochirurgo di fama nazionale a cui è stato intitolato il presidio sanitario di Trebisacce.
La nuova tecnica che il dr. Agnino esegue con l’utilizzo di una sonda guidata da una telecamera e quindi senza aprire lo sterno del paziente riduce i tempi chirurgici e i rischi di fibrosi e permette la ricostruzione del lembo posteriore della valvola mitrale.
La sua innovativa metodica è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale “The Journal of Thoracic and Cardiovascular Surgey”.
«Il vantaggio della ricostruzione – ha spiegato il dott. Agnino – è che il paziente non ha una protesi per cui sostituire una valvola può essere più semplice. Infatti nella ricostruzione ci sono meno fattori di rischio a cui pensare.
Bisogna solo comprendere perché quella valvola non funziona e quindi il chirurgo deve applicare la tecnica più adatta per ripristinare il corretto funzionamento mantenendo l’architettura interna del cuore».
L’esperienza acquisita in molti anni e oltre 600 interventi con tecnica mini-incisionale hanno fatto sì che Alfonso Agnino sia da due anni Proctor Europa per questo tipo di chirurgia con specifico riferimento alla tecnica Heart-Port.
Nella sua carriera ha eseguito oltre 3000 interventi cardiochirurgici che lo hanno portato ad essere uno dei più giovani direttori di Dipartimento della chirurgia Cardio-Vascolare d’Italia.
L’elevata competenza tecnico chirurgica ha infatti reso possibile il suo inserimento professionale all’interno di una struttura di altissima qualità, qual’è appunto l’Humanitas Gavazzeni di Bergamo potendo così offrire le più moderne metodiche diagnostico-terapeutiche che meglio rispondono ad ogni singolo paziente.

(fonte: La Provincia di Cosenza)

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