ROSSANO Piano Particolareggiato e di recupero della Città del Codex: “A che punto è il programma di riqualificazione, rivitalizzazione e rilancio del centro storico avviato dalla precedente Amministrazione comunale? Che fine hanno fatto i fondi, circa un milione di euro, destinati al progetto? Lavori interrotti e fermi dal novembre 2015, mentre le ditte appaltatrici continuano a rimanere dietro la porta degli uffici comunali in attesa di conoscere le intenzioni dell’Esecutivo”. Questi gli interrogativi e la denuncia del capogruppo consiliare di Rossano Prima di Tutto, Giuseppe Antoniotti, che rivolge al Sindaco Mascaro pubblica istanza di chiarimento in merito agli interventi di demolizione e bonifica di edifici e aree abbandonate del Centro storico, avviati nella primavera del 2015, interrotti e mai più riavviati dopo la chiusura della precedente esperienza amministrativa.
“Siamo a conoscenza – aggiunge Antoniotti – che uno dei proprietari di un rudere destinato ad abbattimento ha presentato ricorso al Tar contro la demolizione del suo immobile, individuato tra quelli rientranti nella bonifica. Ma si tratta di un immobile non dell’intero progetto che non mi spiego perché non sia stato portato a compimento, nonostante la copertura economica garantita grazie ad alcuni finanziamenti intercettati durante la mia sindacatura.
La creazione di nuovi spazi, infatti – dice il capogruppo di RpT – potrebbe permettere di offrire alla Città alta un aspetto più decoroso sia sul piano prettamente estetico che nella valorizzazione dei monumenti, così da offrire ai cittadini, ai visitatori e ai turisti la massima fruibilità del ricco patrimonio custodito nel Centro storico. Nel novembre 2015, al momento della chiusura anticipata della scorsa Consiliatura, erano in atto i lavori di riqualificazione nelle zone in cui sorgevano due dei circa dieci immobili fatiscenti destinati a demolizione. Interventi interrotti che ancora oggi, a distanza di circa due anni, lasciano quelle aree nel più totale stato di degrado. È il caso di via XX Settembre, appena a ridosso del Liceo Classico San Nilo, così come l’area di Via Amendola, per le quali erano previsti la realizzazione di nuovi spazi verdi e l’installazione di un nuovo arredo urbano. Non solo. Gli interventi avviati – aggiunge Antoniotti – potrebbero risultare essenziali per la prevenzione di rischi a tutela dell’incolumità pubblica. Proprio perché riguardano strutture pericolanti e degradate. Invece nulla, si è preferito far cadere nell’oblio il progetto, creando nuove e indecorose situazioni di abbandono diffuso. Che trova testimonianza in diverse situazioni critiche e di emergenza sulle quali gli uffici, mancando l’impulso dell’Amministrazione comunale, non vigilano più. Si pensi, ad esempio, alla situazione palesatasi nei giorni scorsi quando, per mancanza di cura e custodia, è andato a fuoco lo stabile De Falco (di fianco all’ex carcere), anch’esso oggetto di un intervento di recupero di cui si è persa traccia”.