Cranio in mare, i resti sono di Nunzio Santorsola

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Il teschio recuperato nelle reti da pesca della motobarca dei Fratelli Guttieri di Trebisacce e preso in consegna dall’Autorità Giudiziaria dopo l’arrivo nel porto di Corigliano, ha finalmente un’identità e un nome. C’è infatti corrispondenza nelle analisi di laboratorio sui resti mortali rinvenuti nelle acque dello Jonio lo scorso 16 marzo dal peschereccio “Andrea e Nicola” della Marineria di Trebisacce e l’identità di Nunzio Santorsola, giovane pescatore dilettante di Bernalda (MT) di cui si erano perse le tracce dopo essere uscito in mare per una battuta di pesca nel corso del mese di ottobre 2016.

cranioLa prova del DNA eseguita dai periti ha infatti permesso la sua identificazione ed ora i suoi familiari potranno dare la legittima sepoltura ai resti del loro congiunto. Degli ultimi rilevanti sviluppi di questa storia, la famiglia è stata messa al corrente la scorsa settimana dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, che aveva aperto un fascicolo per competenza territoriale connessa all’appartenenza alla Marineria di Trebisacce del peschereccio “Nicola e Andrea”, nelle cui reti erano finiti alcuni resti umani tra cui il teschio del povero Santorsola. Sulla scorta dei recenti sviluppi, i familiari di Nunzio Santorsola hanno potuto finalmente dare seguito alla cerimonia funebre a ben nove mesi dalla sua scomparsa scegliendo una modalità strettamente privata e molto riservata, anche per tutelare il ricordo del loro congiunto. Le spoglie di Nunzio, adesso, hanno finalmente trovato dimora nel cimitero di Bernalda, in cui parenti ed amici hanno potuto dargli la meritata sepoltura.

(fonte: La Provincia di Cosenza)

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