Incendi e carenza idrica: questi, insieme alle criticità endemiche della sanità, i problemi che tengono sulla graticola l’Alto Jonio. Per fortuna le due problematiche non sono interdipendenti perché a spegnere gli incendi che stanno devastando tutto il patrimonio ambientale si provvede con acqua di mare, altrimenti tutto il comprensorio andrebbe a fuoco. Dopo la devastazione dei boschi di Albidona e Trebisacce verificatasi negli ultimi giorni, ieri il testimone, sotto forma di torcia accesa, è passato in mattinata nei territori di Amendolara e di Roseto Capo Spulico e nel pomeriggio di nuovo a Trebisacce e più tardi a Rocca Imperiale. Nei quattro incendi concomitanti il fuoco, con la complicità del forte vento, ha imperversato a lungo seminando distruzione e panico tra le popolazioni locali. A Roseto ha distrutto una vasta area di verde, tra cui gran parte dei secolari pini che fiancheggiano la S.S. 106 nel tratto non ancora ammodernato che transita sul fiume Ferro divenuto un vero e proprio cerchio di fuoco, con fiamme altissime e dense cortine di fumo. Qui infatti, a causa dell’interruzione del traffico per questioni di sicurezza, si è formata una coda chilometrica che, anche a causa delle alte temperature, ha creato disagio e panico tra gli automobilisti e i camionisti intrappolati nel traffico e impossibilitati ad andare né avanti, né indietro. Altrettanto gravi i danni ambientali degli altri incendi anche per l’insufficienza di uomini e mezzi, tanto che il primo Canadair si è visto solo nel tardo pomeriggio.
(fonte: La Provincia di Cosenza)