“La costruzione della nuova città consegnerà al territorio uno strumento istituzionale efficace ed autorevole per meglio coglierne gli interessi nel breve, ma soprattutto nel medio/lungo periodo ed è su questi ultimi che dovrebbe concentrarsi l’attenzione, anche mediante la predisposizione di una normativa regionale efficace e chiara”. Anche la Cgil Pollino-Sibaritide-Tirreno, riunitasi in Assemblea generale, nel valutare positivamente il progetto di fusione dei comuni di Corigliano e Rossano, evidenzia la necessità di una meglio definita normativa, auspicando che le due amministrazioni comunali coinvolgano maggiormente il territorio.
“Assistiamo, invece – si legge nella nota diffusa – ad un confronto tra pochi, inaccettabile, ed incentrato solo sui possibili contributi o sgravi economici che deriverebbero dal processo di fusione. I vantaggi economici, previsti dalla normativa, pur importanti, non possono rappresentare il fulcro del ragionamento e non possono essere l’unica informazione trasmessa ai cittadini che dovranno maturare consapevolezza informata prima di esprimersi. Auspichiamo, perciò, che già dalle prossime ore le Amministrazione di Corigliano Calabro e Rossano guardino al territorio, alle sue criticità, ai problemi da affrontare e individuino soluzioni comuni attraverso appositi accordi di programma che le proiettino già verso una nuova dimensione, anche attraverso studi di fattibilità e sostenibilità economica/sociale ed avviando subito un confronto di merito sulla ipotesi di statuto della nuova Città e la convocazione congiunta dei consigli comunali aperti alle forze sociali”.
La discussione in assemblea, introdotta dal Segretario generale Giuseppe Guido, arricchita da numerosi interventi e conclusa dal Segretario generale della Cgil Calabria Angelo Sposato, evidenzia la necessità di una “nuova classe dirigente”, e considera la fusione di Corigliano e Rossano come “punto di partenza e non come traguardo per il territorio della Sibaritide che dovrà, una volta costituita la nuova Città, saper guardare a nuove forme di integrazione istituzionale che promuovano la “Città di Sibari” ed il dialogo con l’Alto/Basso Jonio e l’area del Pollino”.