ALTO JONIO Il programma di promozione turistica denominato “Terre degli Enotri” in grado di movimentare oltre 100milioni di investimenti tra pubblico e privato, progettato oltre un anno fa dalla società “Altamura Ospitality Group” di Padova e che vede impegnati ben nove comuni dell’Alto Jonio (Albidona, Alessandria del Carretto, Amendolara, Cerchiara di Calabria, Francavilla Marittima, Plataci, San Lorenzo Bellizzi, Trebisacce e Villapiana) «è stato ”concettualmente ripreso“ dal top delle “destination” turistiche italiane per farne un proprio manifesto programmatico». Ne ha dato notizia la direzione di “Altamura Ospitality Group” la quale ha comunicato che: «Tra le “destination” più qualificate c’è, nientemeno, Rimini, che vuole abbandonare il proprio format tradizionale e diventare “cool” e quindi più attrattiva: addio, quindi, alla piadina e al racchettone, il futuro è ambiente, cultura e welness (sport salutistico). E’ dunque fondamentale far sapere a tutti – hanno raccomandato i tecnici progettisti di “Terre degli Enotri” – che il progetto “Terre degli Enotri” ha effettivamente questa veste innovatrice, riconosciuta da tutti. Ora, – raccomandano i titolari di “Altamura Ospitality Group” – bisogna spingere sul Governo Regionale della Calabria che non ha ancora deliberato il proprio sostegno al progetto, affinchè si renda conto di quanto sostiene il sindaco di Rimini: Se non si cambia si muore». In realtà il progetto di turismo integrato “Terre degli Enotri”, confezionato su misura a favore dei nove suddetti comuni dell’Alto Jonio sull’asse “mare-monti” dopo un approfondito monitoraggio delle risorse paesaggistiche, storiche, archeologiche ed enogastronomiche di cui sono ricche, dopo l’approvazione dei consigli comunali e la firma del “master plan” da parte dei sindaci, dopo l’adesione degli imprenditori privati che sono pronti ad investire proprie risorse e dopo il gradimento personale del Governatore Mario Oliverio e dei Sottosegretari allo Sviluppo Economico Antonio Gentile e Dorina Bianchi, fa anticamera presso la sede di Invitalia a Roma dove attende di essere finanziato, ma non ha ancora ottenuto l’adesione formale e il via libera da parte della regione Calabria che sembra impegnata a tergiversare più del dovuto. Secondo i progettisti di “Terre degli Enotri” è necessario studiare le “best practices” (le buone pratiche) del nord Europa in tema ambientale, farle proprie e adattarle alle condizioni dell’Alto Jonio e più in generale della nostra regione per portare la Calabria nel novero delle mete più “cool” del Mediterraneo, facendo possibilmente le scarpe a Costa Brava e alle isole greche. «Detta così – scrive l’Arch. Enrico Rossi – sembra una mission impossible, invece, è proprio ciò che sta accadendo a Rimini che è il “divertimentificio” italiano per antonomasia. La cittadina romagnola sta inequivocabilmente cambiando pelle, i teorici del marketing parlerebbero di riposizionamento del “brand”, cercando di lasciarsi alle spalle riti e stereotipi che l’hanno accompagnata negli ultimi cent’anni: gli hotel dalla mezza pensione democratica, l’animazione concepita per sollevare madri sfinite dalla cura dei pargoli, le strutture studiate per far dimenticare un mare non certo strepitoso e la passeggiata con il gelato serale… Tutta roba superata: il futuro di Rimini passa per la tutela del territorio, l’arte e la cultura».