Lo Stato si chiude a riccio, non spiega il perché sia stato soppresso il tribunale di Rossano, e non già quello di Paola o Castrovillari, città decisamente per dimensioni demografiche più piccole rispetto all’area urbana Corigliano-Rossano. Il Gav ha sempre sostenuto e continua a ribadire che nessun tribunale in Calabria avrebbe dovuto subire tale sorte, proprio per le caratteristiche di una regione che si caratterizza per malaffare, truffe e criminalità organizzata. E invece tutto ciò si è irresponsabilmente consumato con i silenzi conniventi di quanti avrebbero dovuto opporsi.
Il Ministro Andrea Orlando non solo non ritiene di ascoltare le ragioni del GaV, ma il suo sentirsi in difetto lo mette nelle condizioni di bypassare queste nostre zone sia da Ministro sia da esponente del Pd mentre, al contrario, trova tutto il tempo nell’attività correntizia di partito in barba ai rapporti di rispetto che un uomo di Stato, remunerato con i soldi di tutti noi cittadini, dovrebbe avere per senso di responsabilità.
Lo Jonio continua a pagare lo scotto del mancato sostegno concreto della classe dirigente politica provinciale e regionale. In particolare di quella cosentina avvitata su se stessa e che guarda cronicamente al Tirreno, tenendo ai margini storicamente e volontariamente la Sibaritide. Non è un caso, infatti, se il tribunale di Paola è rimasto in vita grazie ai soliti protettorati da “collegite”, così come non stupisce la riapertura dell’ospedale di Praia (verso cui si esprime ampia soddisfazione), mentre lo jonio ha subito lo scippo di due ospedali (Cariati e Trebisacce) e di un tribunale soppresso. E’ tempo di reagire. L’appello è rivolto ai vertici delle strutture partitiche, sindacali ed associazionistiche, del territorio affinché assumano in esame la possibilità di avviare una seria riflessione su una questione storicizzata che, però, oggi è giunta al culmine.
Al momento, non resta che sperare negli impegni assunti dal Sottosegretario alla Giustizia Federica Chiavaroli e dall’Europarlamentare Lorenzo Cesa. Oltre all’attivismo del Sen. Enrico Buemi, le cui denunce sono cadute anch’esse nel vuoto. Un vero e proprio “muro di gomma”, a conferma dell’esistenza di evidenti poteri occulti che godono di coperture e di immunità.
Il GaV coglie l’occasione per chiarire la propria posizione rispetto all’evento referendario del 22 ottobre 2017 sulla fusione dei due comuni di Corigliano e di Rossano. Il movimento spontaneo si dichiara favorevole alla proposta di comune unico e conferma un netto “SI ALLA FUSIONE”, allo stesso tempo sottolinea che tra la proposta di fusione e la battaglia sulla riapertura del tribunale di Rossano non vi è alcuna connessione. La lotta per l’accertamento della verità attiene a un fatto etico, morale e legale su cui tutti dovrebbero convergere, senza distinzioni di provenienza territoriale, poiché si tratta di principi e di valori calpestati paradossalmente da organi dello Stato!
Il vero dramma è che il malcostume che si cela dietro questa assurda vicenda non è stato socialmente interiorizzato neanche dalla parte sana della comunità, se non da pochi.
Il GaV eserciterà, come sempre, un ruolo di pungolo e di stimolo nelle comunità e di denuncia nei confronti di chi è omissivo e viola lo stato di diritto.
Il movimento rimane convinto che quanto avvenne nel 2012 sia da considerare una stortura mai chiarita, tenendo in considerazione che i successori alla riforma della geografia giudiziaria si ritengono parimenti responsabili. (Comunicato Gav)
Una risposta
Condivido tutto e mi tormenta la constatazione che i valori etici, civili e culturali della nostra città ( Rossano ) siano stati calpestati “paradossalmente”da organi dello stato e che ancora “il malcostume che si nasconde dietro questa vicenda”come al solito non è stata metabolizzato dalla nostra comunità e questo è fatto doloroso e grave.