Circa un anno e mezzo fa, era il 26 febbraio 2016, venne pubblicato sulla stampa locale un articolo nel quale chiedevamo al Sindaco di Corigliano Calabro di riflettere bene, e di intervenire, sull’iter di Fusione tra Corigliano e Rossano, iniziato con l’approvazione di quella scellerata delibera Consiliare data primo febbraio 2016; delibera approvata da tutti i Consiglieri Comunali presenti in quella pubblica Assise, eccezion fatta, ovviamente, per 4 consiglieri, incluso il sottoscritto.
Intervenni più volte su tali argomenti, affermando che l’eliminazione del quorum referendario era da intendersi come un deficit di democrazia; che non si poteva prescindere da un preliminare e propedeutico studio di fattibilità atto ad analizzare, anche se solo in via ipotetica, valutazioni socio-economiche, giuridiche, amministrative, organizzative e strategiche del futuro Ente Comunale.
Io consideravo, e considero, la Fusione tra comuni come un punto di arrivo e non di partenza.
Purtroppo nulla di tutto questo è avvenuto.
Si è arrivati ad un deliberato senza valutare le successive conseguenze, senza rispettare la voce dei dissenzienti, senza rispettare la storia di una comunità.
Dopo tale atto di impulso, tutto è tornato a tacere, tutto silente e inerme, aspettando che gli altri facessero le cose per noi.
Ebbene si, gli altri le hanno fatte.
Quella della fusione avrebbe potuto essere una straordinaria possibilità di crescita e sviluppo non solo per la comunità Coriglianese e Rossanase, ma per l’intera piana di Sibari; avrebbe potuto sicuramente, ma con basi solide, con progetti, con idee, con forza aggregativa e non con l’allontanamento delle due comunità, cosi come sta avvenendo ora, con il clima di battaglia mediatica che ruota intorno all’intero iter.
Questa amministrazione ha sprecato una grandissima occasione, quella di essere artefice del proprio destino.
Ho sempre considerato la politica come strumento e atto a dare risposte ai cittadini. Purtroppo non solo le risposte non sono state date, ma addirittura si è ingenerata confusione tale da perdere di vista l’obiettivo, ossia il bene di due comunità. Non è una partita a calcio, ne va del futuro di tutti noi.
Ripeto, fusione come grande opportunità, ma solo se supportata da grandi strumenti.
Caro Sindaco, Caro Presidente del Consiglio, ora qual’è il nostro obiettivo??
Se il nostro obiettivo è quello di pulirci la coscienza, allora nel consiglio Comunale del 15 Settembre basterà semplicemente revocare, sic et simpliciter, l’atto di impulso che Voi avete votato.
Se il nostro obiettivo è quello di fare venire alla luce tutte le criticità di una fusione a freddo, senza presupposti, allora la revoca della delibera non solo non basta, ma è addirittura superflua e ridicola.
Revoca che non avrà valenza ne giuridica, ed eviterò prolisse disquisizioni legali in merito, ma sopratutto non avrà valenza politica. Non avrà valenza politica in quanto non sarà condivisa all’unanimità, ma porterà ad una insanabile spaccatura del consiglio comunale, e forse, a malapena, raggiungerà la maggioranza di voti, per una o due unità. In questo difficile momento serve coesione, e lo dico da consigliere di opposizione, serve coesione per portare avanti una battaglia, una idea.
A circa 5 settimane dal referendum, non ha più senso cercare di impedire ai cittadini di esprimersi, anzi, si otterrebbe l’effetto opposto, incancrenendo ancor più di quanto già non lo sia l’intera situazione, ma occorre, bensì, far emergere tutte le criticità fin qui emerse in questo vuoto processo di fusione.
Ha senso, invece, a mio parere, redigere e approvare un documento, a firma di tutto il Consiglio Comunale, nel quale si chiede all’On. Mario Oliverio, in qualità di Governatore della Regione Calabria, di tener conto di una volontà unanime dell’Amministrazione che guida la Città, e di prendere atto di quello che sarà il voto popolare (a rispetto di tutti i No che usciranno dalle urne Coriglianesi), e di rispettare la volontà di un popolo, di una comunità.
Questo si, lo dobbiamo pretendere, ad ogni costo.
Solo a questo condizioni sono, e sarò, sempre disponibile a dare il mio contributo, anche in termini di voto, portando avanti un progetto fondato sulle idee e non sui numeri.
Non nascondiamo la testa sotto la sabbia, non dimentichiamo il passato e ricordiamo che la nostra storia è incrostata a sedimenti secolari, abbiamo le radici, e sono sempre più estese dei rami che vedono la luce
(fonte:conumicato stampa )