Vogliamo sperare che questa volta, oltre ai comunicati stampa dell’Amministrazione di turno, si arrivi a bonificare realmente la discarica di Olivellosa, una battaglia che il Comitato in Difesa di Bucita e del Territorio ha avviato già da più di un decennio.
La Regione Calabria già 8 anni fa ha preso l’impegno, scritto nero su bianco, di bonificare la vecchia discarica rossanese nel famigerato protocollo d’intesa che permise l’arrivo di rifiuti da tutta la Calabria nella discarica di Bucita, un impegno che la regione ha ingiustificabilmente disatteso.
L’ironia della sorte vuole che quell’accordo fù firmato, oltre che dall’allora Commissario all’Emergenza Ambientale e dalla Regione (all’epoca retta da Loiero), anche dalla Provincia di Cosenza e dall’Amministrazione Comunale, la prima retta da Mario Oliverio (oggi governatore), la seconda dal Sindaco Filareto in una legislatura che vedeva Candiano assessore e Mascaro consigliere di maggioranza. All’epoca l’ex consigliere regionale Giuseppe Graziano, invece, era Direttore Generale del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria.
Giacchè apprendiamo dalla stampa che il nuovo accordo per la bonifica di Olivellosa, con altri 3,9 milioni di euro previsti, sarebbe stato firmato grazie all’impegno degli stessi soggetti che 8 anni fa, con ruoli diversi, si impegnarono a fare la stessa cosa, ci auguriamo che stavolta si riesca ad andare oltre le chiacchiere e gli annunci a vuoto, anche perchè nel frattempo la mancata bonifica della discarica è costata al Comune, quindi ai rossanesi, centiaia di migliaia di euro per il prelievo e lo smaltimento del percolato.
Nel frattempo apprendiamo che anche l’Arpacal sembra abbia finalmente certificato quanto il Comitato afferma pubblicamente da anni, cioè che Bucita è un sito contaminato. La Regione Calabria non può più esimersi dall’avviare un piano di caratterizzazione serio ed urgente che evidenzi quali sostanze sono state abbancate in quella famigerata discarica, come il Comitato sostiene da quattro anni!
Abbiamo già ripetutamente dichiarato e confermato alla Procura della Repubblica di Castrovillari che intorno alla discarica di Bucita si è consumato un traffico illecito di rifiuti facilmente riscontrabile nei rilievi superficiali realizzati in occasione della copertura provvisoria della discarica: ogni verifica reale non può che confermare questo fatto.
Ci chiediamo: cosa si aspetta ad intervenire? Perchè non siamo stati ascoltati negli anni passati e per quale ragione si è insistito su progetti inutili, come il capping provvisorio, spendendo denaro pubblico senza alcun risultato?
Non si tratta di domande irrilevanti: un sito contaminato significa che in tutti questi anni sono state inquinate la terra, l’acqua e l’aria, incidendo quindi sulla salute della nostra comunità. Per quanto tempo si intende tollerare questa situazione, non ponendo rimedio intervendo sul sito ed evitando di individuarne le precise responsabilità?
La discarica di Bucita deve essere caratterizzata e bonificata al pari della discarica di Olivellosa, e questo è un dovere inderogabile della Regione Calabria che, per ogni giorno di ritardo, si macchia di un crimine grave nei confronti del nostro territorio, della nostra economia e delle nostre comunità. Si passi dalle chiacchiere ai fatti.
Comitato in Difesa di Bucita e del Territorio
(comunicato stampa)