Stiamo assistendo in queste ore ad un’ondata di indignazione civica a causa dello stato di abbandono e per l’assenza di qualsiasi minima manifestazione di governo della nostra Città.
Un risveglio civico che si è già manifestato nel corso della campagna referendaria e che non può che essere salutare per Corigliano e per la nascente Corigliano Rossano.
Un’indignazione che dovrebbe essere politica, prima ancora che civica: perché proprio alla mortificazione della politica stiamo assistendo da qualche anno a questa parte.
Non che ci si potesse aspettare altro, perché dobbiamo ricordarlo, questa amministrazione è, per buona
parte, la naturale continuazione di quella precedente. Quella che ci fece conoscere l’onta dello scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose e che ci portò sull’orlo del dissesto finanziario.
Lo è nel sindaco, che fino alle estreme conseguenze tenne in vita col suo appoggio quell’amministrazione, rifiutando di ricorrere alle dimissioni di massa.
Lo è in alcune forze che la compongono che, sia pure sotto mentite spoglie, altro non sono che l’ossatura del locale centrodestra sulla quale quell’amministrazione si reggeva.
Un’amministrazione che, dopo la vergogna dello scioglimento per mafia, doveva essere rigeneratrice per la nostra Città e che invece ci ha fatto conoscere il livello più basso della dignità civile e politica, del decoro, della decenza: un’amministrazione comunale che dopo la vergogna ci sta facendo conoscere l’umiliazione.
In questo quadro appare ridicola la richiesta di audizione alla competente commissione regionale che si sta occupando della legge sulla fusione dei comuni di Corigliano e Rossano per proporre una “cabina di regia” che accompagni l’iter della fusione: ultimo disperato tentativo di allungare un brodo che ormai tutti hanno capito che è brodaglia indigesta.
Ma quale regia? Di quale film? Per concorrere a quale oscar?
Sindaco, dia retta, l’unico personaggio che può impersonare è Vinavil: supereroe che lotta contro tutto e tutti per restare attaccato alla poltrona.
Si voti subito la legge, si nomini il Commissario e si giunga nel più breve tempo possibile alle elezioni amministrative della nuova Città.
Sindaco, è solo ormai. Per primi lo hanno abbandonato i cittadini, poi la sua maggioranza, ora anche gli amici che lo hanno sostenuto fino a che è stato possibile.
Non siamo più i soli a chiederlo. E’ un coro unanime. Ci tolga dall’imbarazzo: se ne vada!
PD Corigliano
(fonte: comunicato stampa)