In Sicilia, il presidente della Regione, Nello Musumeci, durante i lavori del Parlamento regionale ha espresso “la ferma volontà di riaprire le sedi giudiziarie soppresse (Modica, Nicosia e Mistretta) e si è impegnato ad incontrare, in delegazione, il Ministro della Giustizia di prossima nomina per sostenere le ragioni della iniziativa e sollecitare la emissione dei provvedimenti di competenza nazionale”. La stessa Regione inoltre ha approvato un emendamento al fine di destinare fondi per la riattivazione delle sedi soppresse e stipulare una convenzione Stato/Regione per la riapertura dei tre presidi. Ciò testimonia l’attenzione del governo regionale siciliano al tema della giustizia. E in Calabria? Il presidente della giunta Mario Oliverio da sempre coinvolto sulla vicenda cosa fa? Come mai non si è mai posto il problema etico/morale che ha riguardato la chiusura del tribunale di Rossano? E perché non destina lo stesso impegno del suo collega siciliano Musumeci? A queste domande sarebbe opportuno fornire delle risposte a un collegio elettorale che ha sempre risposto in termini di consensi. Al presidente Oliverio il merito di aver creduto e sostenuto il processo di fusione dei due comuni di Corigliano e di Rossano, ma ora deve battersi con altrettanta determinazione sulla questione giustizia. Appare come un enorme paradosso che la prima città della provincia di Cosenza e la terza della Calabria sia sprovvista di un presidio giudiziario, a differenza di altre comunità di densità decisamente minore che godono di tale servizio.
Nel frattempo, il GaV, pur riservandosi circa l’attendibilità, esprime cauto ottimismo in merito alla decisione assunta dalla Lega di Salvini e dal Movimento 5 Stelle di riaprire i tribunali soppressi. Una speranza che restituisce il maltolto e ripristina la legalità, oltre a garantire la cosiddetta giustizia di prossimità. Al vaglio del GaV iniziative di mobilitazione, in sinergia con altri territori, a sostegno della politica di riapertura dei presidi giudiziari.
UFFICIO STAMPA – GAV