noncuranza, sottile arroganza, spregiudicatezza, con tanto di approvazione da parte di chi riveste ruoli sociali di un certo rilievo. Un tempo il “truffatore” operava dietro le quinte, transitava nella cosiddetta zona grigia. Oggi non è più così. Anzi quanto più è seriale tanto più è ben visto dalle masse. Un andazzo a cui va posto un freno. In altre realtà, modello anglosassone, i cittadini isolano dal contesto sociale quei soggetti ritenuti discutibili, e lo fanno anche in assenza di una sentenza di condanna. Eccessivo l’atteggiamento, sicuramente, ma è utile deterrente contro chi è abituato a delinquere. Qui, invece, in Italia si isola a forma di ghetto solo chi vive nelle case popolari o similari, laddove al contrario si rinviene tanta saggezza, umanità, correttezza, rispetto, solidarietà, amicizia, quella vera. Siamo un Paese che vive d’immagine, di apparenza, utilitarista e spesso aduso alla doppia morale. Questo è un tema che dovrà essere affrontato con grande fermezza sin dai prossimi mesi. Il tema della corruzione delle menti va combattuto partendo dalla radice. Siamo tutti, chi più chi meno, corresponsabili. Anche gli intellettuali devono svolgere un ruolo diverso da quello solito troppo attaccato alla nozione. Si richiede una funzione sociale diversa dal passato, di denuncia pubblica, di esposizione, di coraggio. Idem dirigenti scolastici, corpo docente, professionisti e classe dirigente tutta. Far finta di non vedere è un atto di viltà. Dopo la pausa estiva “Informazione & Comunicazione” darà vita a una serie di eventi pubblici proprio sul tema della corruzione, non solo per un fatto di legalità, ma anche perché siamo pienamente consapevoli della stretta correlazione corruzione/economia/efficienza.
Matteo Lauria – Direttore responsabile di I&C