Lo abbiamo detto, anche da questa testata in più editoriali, è l’Italia delle tangenti, delle truffe, dei raggiri, dell’abuso d’ufficio, etc etc etc. Devo ammettere che nutro non poco imbarazzo ad affrontare le tematiche inerenti le due operazioni “Flumen luto” e “Comune accordo”, perché conosco gran parte delle persone coinvolte alle quali umanamente sono vicino e mi auguro possano un giorno essere proclamate innocenti ma, con altrettanta fermezza, dico che bene hanno fatto la magistratura e le forze dell’ordine ad aprire questo varco ed auspico nuovi interventi anche su altri fronti. Lo dico non perché abbia in animo uno spirito giustizialista, ma semplicemente perché non se ne può più neanche dell’approccio spavaldo con cui ci si relaziona al malaffare: spesso strafottente, arrogante e finanche irrispettoso nei confronti della stessa magistratura. Come dire : tanto l’Italia va avanti cosi! Qui siamo giunti al punto che le persone perbene sono fessacchiotte e i ladri soggetti da guardare con ammirazione. Visione che è sintomo di uno squallore inaudito. Ecco che, dunque, l’intervento della Procura della Repubblica di Castrovillari ha in parte ripianato questa sub cultura strisciante a cui alcuni poteri erano e sono abituati. Sin qui l’aspetto legale e morale. C’è poi il danno arrecato alla crescita, allo sviluppo, all’economia e all’occupazione. La tangente è una tassa occulta, è una sorta di “pizzo” incravattato, che interviene sui costi e sulla spesa pubblica. Non a caso la Grecia dichiarò il default. E al primo posto della bancarotta greca appariva proprio la “corruzione”. C’è una stretta relazione tra il malcostume e la tenuta finanziaria della pubblica amministrazione: proviamo a immaginare cosa possa accadere in un appalto dai grandi numeri se è vero come è vero che una panchina del valore di 800 euro viene acquistata dal Comune di Corigliano a 3700 euro! E poi, magari, non si trovano i soldi per sostenere la povertà o creare posti di lavoro. Pensiamo come potrebbero stare meglio le casse comunali se non ci fosse il “pizzo incravattato”, eppure è la città in cui si rinviene la più alta percentuale di tributi da versare. Al solo pensiero che ci sono concittadini che strozzati dalle tasse ricorrono a finanziarie per poi assistere a questo scenario, l’indignazione e la rabbia si fa fatica a trattenerle.
Su un punto, tuttavia, convergo: l’accorpamento del tribunale di Rossano a Castrovillari ha reso più fluido l’esercizio del controllo della magistratura sui due ex comuni. Non ricordo, in passato, inchieste di siffatta portata. Nelle periferie evidentemente le relazioni tra presidi di giustizia e città ospitanti si consolidano a tal punto da mantenere rapporti di buon vicinato. Questo non significa che sia stato un bene chiudere il tribunale di Rossano, come scioccamente taluni sostengono, ma semplicemente si può tradurre come un invito a non creare la società degli intoccabili, poiché la magistratura gode, almeno sulla carta, di autonomia e indipendenza. E’ come dire che poiché il tribunale è a Castrovillari, il Comune di Castrovillari rimarrà esonerato da qualsivoglia inchiesta, qualora si dovesse porre il problema. Se un magistrato, come per tutti le professioni e i mestieri, non funziona va rimosso e non trasferito se non altro perché le condotte rimarrebbero le stesse.
Matteo Lauria – Direttore responsabile I&C