Mare sporco, nuove segnalazioni. Rossano, è tempo di indignarsi

Nuove foto inviata da bagnanti

Corigliano Rossano –Tratto di mare “Torre Pinta-Gammicella- Valanello”: spuntano nuove chiazze inquinanti sulla cui natura è bene si pronunzino le autorità competenti. Un dato è certo: i bagnanti non si abbandonano in mare. E’ quel che è accaduto ieri mattina, quando alcuni cittadini hanno inteso contattare la redazione di I&C al fine di rendere noto il disagio, è un episodio assolutamente non nuovo a queste nostre latitudini.

Per scelta giornalistica durante questa stagione abbiamo dato spazio agli eventi inquinanti più evidenti limitando volutamente le segnalazioni, al fine di evitare danni a quegli operatori turistici che, grazie a scelte politiche strampalate, pagano il costo di lavorare solo 20/30 giorni  l’anno (agosto). E in questa stagione forse anche peggio. Il problema dell’inquinamento marino è ampio, chiama in causa una serie di fattori alcuni dei quali rientrano nella pessima gestione del territorio. E, l’amarezza più profonda, è che il tutto avvenga pur essendo un’area non industrializzata. Le causa principali: depuratori inadeguati non dimensionati allo sbalzo di popolazione, alcuni dei quali persino obsoleti e non manutenzionati; i letti dei torrenti sporchi, ricettacolo di rifiuti di vario genere; la gestione delle condotte del consorzio di bonifica lungo tutta l’area comprensoriale della Sibaritide e le acque provenienti dal Crati. Per quanto attiene poi la zona specifica di Torre Pinta-Gammicella-Valanello  (50 unità abitative-  due lidi) si rinviene in quella zona una situazione anomala: i fabbricati presenti in quell’area non sono dotati di rete fognaria (Gammicella), pur pagando i cittadini le tasse. C’è chi chiama responsabilmente l’autospurgo liberando provvisoriamente i pozzi neri, chi invece scarica nei canaloni e quindi a mare. Sono anni che i residenti del posto si rivolgono alla pubblica amministrazione  ma la risposta che arriva è stupefacente: la realizzazione delle rete fognaria è subordinata ai titolari di un lotto a cui, se costruiranno, è demandato l’onere delle opere di urbanizzazione. I privati per il momento non costruiscono, pertanto parte dei cittadini continuano a scaricare nei canaloni di scolo e da qui in mare, dando vita allo spettacolo indecoroso e indecente cui purtroppo si è costretti a convivere. Anche gli operatori turistici, tuttavia, devono iniziare a indignarsi. Non è possibile prendersela poi con il cronista di turno o con chi sui social segnala situazioni di inquinamento durante il periodo estivo, se ci si avvita attorno ai silenzi. Da settembre in poi, che tutti gli operatori turistici si mettano attorno a un tavolo a discutere non solo di inquinamento ma anche di gestione del turismo in forma sinergica e unanime, possibilmente mettendo da parte personalismi e critiche spicciole e guardando al futuro con intelligenza e lungimiranza.

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