Chiudono un reparto, diminuiscono posti letto nello SPOKE e fanno provvedimenti per aiutare qualche amichetto negli ospedali. E nessuno dice nulla, sapete perchè? Perchè le elezioni saranno a Maggio e se si dice che bisogna spostare un reparto dal nosocomio Rossano, si perdono voti nell’area bizantina, se si dice che bisogna spostare un reparto dall’ospedale di Corigliano, si perdono voti nella città ausonica. E nel frattempo perdiamo tutto.
Interrompiamo quest’assurdo silenzio su quanto sta accadendo in queste ore negli ospedali di Corigliano-Rossano, e ci assumiamo la responsabilità di dire che la chiusura del reparto di Medicina dell’ospedale di Rossano è un atto criminale perché non risponde a nessuna riorganizzazione dello SPOKE Corigliano-Rossano ma mira esclusivamente a tutelare qualche dirigente medico ed a favorire gli interessi di qualche politichicchio locale. In tutto questo la nostra comunità, ormai unica, perde posti letto e continua a non avere nemmeno la speranza di un servizio ospedaliero non dico ottimo, ma civile.
Ma il reparto di medicina del Giannettasio non era stato inaugurato qualche mese fa, insieme al Presidente Oliverio ed al direttore dell’ASP Mauro? Inutile aggiungere altro.
È bene che i cittadini sappiano che questi spostamenti sono stati avallati in una riunione, con tanto di verbale, tra il direttore Mauro, il commissario del Comune Bagnato ed i due ex sindaci, Mascaro e Geraci, i quali al posto di prendere verbalmente a pedate il direttore dell’ASP, si sono limitati alla solita contesa di reparti (sempre per la storia dei voti di cui sopra) mentre il commissario Bagnato, uno che dal prossimo Giugno la città di Corigliano-Rossano non la vedrà neanche in cartolina, si è permesso di chiedere al vertice dell’Azienda Sanitaria di andare avanti spedito in questa direzione. Quelli che continuano a difendere l’operato della struttura commissariale, francamente, mi fanno ridere. Il Commissario Bagnato non rappresenta assolutamente la comunità di Corigliano-Rossano e non ha né l’autorità né l’autorevolezza di avallare provvedimenti che vanno molto oltre le sue competenze: si limiti a provare ad organizzare la macchina comunale, cosa che non gli sta riuscendo affatto.
Dobbiamo essere chiari. Questa organizzazione sanitaria, ed in particolare l’ASP di Cosenza, è un problema serio per il nostro territorio perché privilegia in maniera palese altri territori e sta devastando completamente la nostra sanità che forse non sarà mai stata ai vertici continentali ma che certamente, in passato, offriva un servizio ospedaliero decente. Basta pensare alla chiusura degli ospedali di Cariati e Trebisacce, ad uno SPOKE che non è mai stato davvero uno SPOKE, al continuo depotenziamento di reparti ed uffici, sia medici che amministrativi.
Non si deve spostare nessun reparto? Certo che si devono spostare i reparti, ma per offrire un servizio migliore e non favorire interessi personali. Mi assumo la responsabilità, di fronte all’intera comunità, di dire che ritengo opportuno strutturare nello SPOKE Corigliano-Rossano i due poli medico e chirurgico, approfittando e valorizzando le peculiarità di entrambe le strutture: basta con questa presa per i fondelli di due ospedali fotocopia che, se sommati, non fanno neanche un mezzo ospedale.
Si devono spostare reparti sia da Rossano che da Corigliano? Si. Si devono spostare. In una pianificazione e programmazione seria, concreta, mirata a migliorare i servizi, esattamente il contrario di quello che è accaduto in tutti questi mesi, prima e dopo l’approvazione dell’atto aziendale, ed esattamente il contrario di ciò che sta accadendo in queste ore.
Si noti, fra l’altro, che ancora una volta i provvedimenti-carogna vengono attuati in Agosto, sperando nel silenzio della società civile.
Annunciamo fin da subito che, nelle prossime settimane, ci metteremo ancora una volta in moto per organizzare un’altra mobilitazione civile per il diritto alla salute nel nostro territorio, ma ci appelliamo contestualmente a tutti i nostri rappresentanti istituzionali, sindacali e politici affinchè, insieme a noi, pongano con chiarezza ed immediatamente, fuori e dentro le istituzioni, la questione della riorganizzazione strutturale ed urgente dell’Azienda Sanitaria. Riteniamo si debba chiudere un’intera stagione di gestione sanitaria che riteniamo inaccettabile, a partire dalla direzione di Mauro e dalla struttura stessa dell’Azienda Sanitaria Provinciale che, da quando esiste, ha rappresentato un totale e profondo disastro.