Bisogna inviare una poesia di massimo 36 versi su un tema libero, in lingua italiana e inedita specificando la categoria per la quale si concorre. Il bando è stato organizzato dall’associazione culturale “Sperimentiamo – Arte – Musica- Teatro” e dalla Parrocchia Santa Maria delle Grazie a Casal Boccone- Roma. La premiazione avverrà martedì 4 dicembre 2018.
Nell’agosto scorso I&C rendicontava su una serata dell’autore Mario Pino Toscano in sede di presentazione del libro “L’anima con la penna in mano”.
Non è facile aprirsi all’autobiografia, soprattutto quando si toccano corde emotivamente coinvolgenti. Parlare di sentimenti, narrare sensazioni, esprimere proprie emozioni in pubblico è segno di nobiltà. In una società costruita sull’immagine in cui l’individuo è chiuso in se stesso, incontrare persone che mettono a disposizione degli altri i propri vissuti è da considerare un vero atto di generosità nei confronti dell’umanità. L’estro di un nascente artista, da sempre attratto dalla poesia, che trae origine da una incommensurabile tragedia, tale per modalità, tempistica e contesto, s’incontra nel suggestivo chiostro di San Bernardino nella nuova città Corigliano Rossano, in una sera di fine estate impreziosita dalla presenza di una straordinaria e incantevole attrice di teatro e cinema Lina Bernardi.
“L’anima con la penna in mano” è una raccolta di poesie in cui ogni singolo verso è da considerare una scorcio di vita vissuta. Tutto ha inizio da una profonda sofferenza, dall’interruzione solo terrena di una grande storia d’amore con la sua adorata Giuseppina, prematuramente scomparsa a causa di un improvviso male nel luglio del 2014. Si conoscono sin dai banchi di scuola, poi negli anni 70 la decisione di lasciare Rossano per mancanza di lavoro e trasferirsi a Roma, loro città futura. Da Mario Pino e Giuseppina nascono quattro figli Gianluca, Sabrina, Francesco e Simone, a cui il poeta dedica il suo primo libro:“ Il Signore ha voluto che due piccoli “manovali dell’amore” costruissero un edificio così importante, la nostra famiglia. I miei pensieri, la mia sofferenza, ma anche le mie speranze sono in questi versi. “L’anima con la pena in mano” possa servire a dare un senso alle nostre vite dove l’amore, in tutte le sue forme, quello universale, sia sempre al primo posto. Solo così saremo degni di essere uomini”. La prefazione è del poeta Nino Amato. Una miscela di valori che ha come unico comune denominatore: l’amore.
I sentimenti, il senso della famiglia, gli affetti, i rapporti genitori/figli, l’amicizia, il legame con la propria terra d’origine mai interrotto nonostante gli oltre 40 anni di lontananza. L’autore destina due distinte poesia sul punto: la prima rievoca la Rossano degli anni sessanta, i luoghi, la mentalità, i costumi, alcuni nomi e i soprannomi delle famiglie più conosciute, le abitudini, i vissuti. La seconda paragona i tetti di Roma a quelli di Rossano, laddove è evidente l’amore per la propria città e il continuo richiamo alle origini. Sotto quei tetti, le tante verità di Rossano e dei rossanesi, fino ad arrivare ai tempi d’oggi in cui l’autore coglie decadimento e torpore. “A mio padre” e “A mio madre” sono i versi dedicati ai propri genitori, figure inferte nell’anima dell’artista. E poi, l’infanzia, l’adolescenza e il profondo rapporto con la fede. A coordinare i lavori il prof. Giuseppe De Rosis. Le relazioni affidate a Cinzia Baldazzi, saggista critico-letterario. Stacchi musicali di Gianluca Toscano. Letture a cura di Antonella Casciaro, Salvatore De Cicco e Clelia Rimoli e Lina Bernardi che ha concesso sul finale della serata alla platea presente la magistrale interpretazione di un passo tratto dalla “Favola del figlio cambiato” di Luigi Pirandello.